(Chiara Bergonzi)
di Manuela Zanni
Lo scorso 14 dicembre ha avuto inizio presso l’accademia Histo di Palermo – la scuola di formazione di Histo Caffè – un corso della durata di tre giorni con Chiara Bergonzi, la vicecampionessa mondiale di Latt art, tecnica che permette creare magnifici cappuccini decorati con forme e disegni, belli da vedere e ottimi da gustare. Noi siamo andati a curiosare per carpire i segreti per ottenere un cappuccino perfetto.
Il corso è rivolto non solo ai professionisti del settore, come baristi o proprietari di caffetterie, ma anche a semplici appassionati, esperti di cucina e foodblogger. Ogni partecipante, grazie alle tecniche di mano e polso insegnate, ha avuto la possibilità di imparare a realizzare le decorazioni più diffuse ma anche più complesse, come tulipani, rose, cuori, spighe. Un’occasione unica per imparare dalla massima esperta in Italia una tecnica sempre più richiesta dalle caffetterie del paese.
Chiara Bergonzi, piacentina, campionessa italiana e medaglia d’argento ai campionati mondiali racconta di avere cominciato a fare la barista a 18 anni per trovare un lavoro. In seguito l’incontro con maestri del calibro di Luigi Lupi, che può essere definito un guru del settore, che le ha fatto nascere la passione. L’allenamento assiduo l’ha condotta a diventare Campionessa Italiana Latteart nel 2012 e 2013, e la seconda classificata al mondiale World Latte Art Championship 2014.
Grazie ad un costante allenamento che va da un minimo di due ad un massimo di quattro ore al giorno, ripetendo sempre le medesime figure oltre alle esperienze di viaggi all’estero in occasione dei quali ha avuto modo di confrontarsi con altre tecniche, è arrivata nel 2012 al vincere il campionato italiano. E si è ripetuta l’anno successivo.
Contrariamente a quanto si possa pensare, anche se all’estero si fa fatica a trovare l’espresso, le caffetterie sono ben attrezzate poiché possiedono macchinari all’avanguardia che spesso in Italia mancano e questo è il motivo per il quale molti dei corsi di Latte Art che Chiara organizza li fa all’estero con allievi stranieri.
In merito alla Latte Art 3D, ovvero con figure tridimensionali create con la schiuma areata, spiega la campionessa: “È arte, ma non è una bevanda, perché la schiuma non è buona da bere. Latte Art significa la bravura di una persona che con polso e lattiera fa un disegno a “mano libera”. In fondo la latte art è una espressione artistica. Basta avere una lattiera e una buona manualità come un pittore che ha bisogno solo di un pennello, colore e tela per realizzare la sua opera”.
Infine, ultima ma non meno importante, una buona notizia per chi non beve latte di origine animale, poiché abbiamo scoperto che Chiara, oltre ad essere una professionista della Latte Art, è anche molto competente sulla materia prima con cui lavora ovvero il latte, e ci assicura che, anche con il latte vegetale, in particolare con quello di soia, che per prima lei ci confessa di bere, si possono ottenere degli ottimi cappuccini con una cremosità pari all’ottanta per cento di quella che si ottiene con il latte di mucca, anche se sottolinea che questo non avviene con tutti i tipi di latte e, soprattutto non con tutte le marche.
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