(Marco Mortillaro e la moglie Catia che gestiscono Lord Green)
di Davide Visiello
Lord Green compie 25 anni. No, non c’entra il parlamento del Regno Unito, ma si tratta del noto pub-enoteca in pieno centro di Palermo, importante punto di riferimento della vita serale e notturna nel capoluogo siciliano, dove giovani e meno giovani sono soliti consumare il rito, sacro, dell’aperitivo.
Marco Mortillaro è un po’ il direttore artistico del locale che gestisce con suo fratello Vincenzo. “L’abbiamo rilevato alla fine del 2002: era un wine-bar molto semplice, con una piccola cucina, ma già anticipava le mode perché c’era una bella offerta di cocktail che, in quel momento storico, pochi sapevano fare. Proprio in quegli anni, ci fu il boom della movida e siamo diventati subito un must in quanto tra i primi, nel centro città, a concepire l’aperitivo con offerta di stuzzichini”.
Marco ha sempre avuto la passione per il vino, che produceva in casa con lo zio e il padre. “Durante un viaggio in Toscana, rimasi affascinato dal fatto che nelle enoteche vi fosse la possibilità di degustare vini notevoli, come il Brunello di Montalcino, ordinandone solo un calice, e così, io e mio fratello decidemmo che al Lord Green avremmo dato l’opportunità, a chi lo desiderasse, di acquistare anche solo un bicchiere dei grandi vini siciliani che a Palermo, di solito, si vendevano esclusivamente a bottiglia intera: in questo modo abbiamo fidelizzato gli appassionati o quelli che comunque avevano voglia di capire e assaggiare prodotti di fascia medio-alta”.
Marco, che ha un debole per le buone etichette di Brunello di Montalcino e apprezza il Pinot Nero, meglio se di Borgogna, ha le idee chiare sulla diffusione della cultura del vino a Palermo. “Buona parte dei clienti ordina ancora i vini per moda: una volta era il nero d’avola, oggi sono il gewurztraminer, il pinot grigio, il riesling. Sono pochi quelli che effettivamente scelgono un prodotto perché ne conoscono carattere e caratteristiche. Sì, c’è un po’ di cultura in più, ci sono più persone che bevono in maniera consapevole, ma c’è da lavorare. Pure per educare i palati a vini diversi, il Lord Green propone in degustazione ad un prezzo giusto e accessibile, un giorno alla settimana, una selezione di vari vini d’Italia: una regione diversa ogni settimana.”
E il 16 dicembre, grande party dalle 19. “Sarà un momento per festeggiare questo quarto di secolo insieme ai nostri clienti e a chi ha sentito parlare di noi e ci vuole conoscere. Non stravolgeremo i principi di semplicità e di aggregazione del locale con danze scatenate: alcuni deejay selezioneranno musica soft, ci saranno diversi gruppi musicali, tra cui i famosi Jumpin’up che allieteranno la serata con arie swing e blues. Ovviamente aspettiamo tutti e chiunque ci verrà a trovare sarà nostro gradito ospite”.
I progetti sono per l’immediato futuro. “Crediamo e stiamo investendo molto nel food: dal 7 dicembre siamo aperti anche a pranzo con una cucina ‘a Km buono’, nel senso che i prodotti utilizzati sono di varia provenienza, ma assolutamente rispettosi di determinati standard qualitativi. Mia moglie Catia si occuperà degli abbinamenti col vino e dell’ospitalità”.
E infine c’è un altro motivo per non perdersi la festa. “Una bottiglia di Masseto del 2007 è stata probabilmente la più costosa che ho venduto: 400 euro con un piccolo sconto. A chi l’ho venduta? Un personaggio parecchio celebre, ma perché dirlo adesso? Lo rivelerò a chi verrà a farci gli auguri il 16 dicembre”.