Intanto è stata presentata la prima Tac in grado di smascherare gli oli extravergine fasulli ed evitare frodi
Con oltre 34 mila tonnellate di olio vergine d’oliva la Sicilia si piazza al terzo posto nella produzione nazionale dopo Puglia e Calabria.
Lo rileva la Coldiretti regionale, secondo i dati Unaprol, e commentando il pericolo relativo allo studio presentato dall’Organizzazione agricola alla Giornata nazionale dell’extravergine in cui è emerso che gli italiani hanno tagliato del 25 per cento negli ultimi 10 anni gli acquisti di olio di oliva e i consumi a persona sono scesi a 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica.
“Un primato che va difeso contro le importazioni sempre più massicce soprattutto dalla Tunisia che minano la qualità della produzione isolana costretta a fronteggiare prezzi di mercato assolutamente non competitivi”, commentano il presidente e il direttore di Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo.
Nel 2015 – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – dal Paese africano all’Italia sono stati registrati sbarchi di olio record. La Tunisia è il terzo fornitore dopo la Spagna, la quale perde terreno anche a favore della Grecia, con l’aumento del 517 per cento delle spedizioni elleniche verso l’Italia nello stesso periodo.
La contraddizione evidente è che nonostante la produzione notevole e di elevata qualità l’Italia rimane il principale importatore di olio di oliva.
“Un andamento che si nota dai prezzi – aggiungono ancora Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo -. Le offerte di olio a 2 e 3 euro sono il segnale più evidente delle importazioni perché un prodotto buono non può costare meno di 6/7 euro. Bisogna diffidare e acquistare per quanto possibile direttamente dai produttori che garantiscono la provenienza”.
La situazione può peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all’aumento del contingente di importazione agevolato di olio d’oliva dalla Tunisia verso l’Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35 mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57 mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia – rileva infine Coldiretti Sicilia.
PREVISIONI DI PRODUZIONE OLIO VERGINE DI OLIVA 2015-2016
- Lombardia +60%, 294,56 tonnellate
- Liguria + 60%, 1.645,81 tonnellate
- Veneto + 40%, 1.164,22 tonnellate
- Emilia Romagna + 15%, 769,98 tonnellate
- Toscana + 60%, 7.455,72 tonnellate
- Umbria + 40%, 1.235,28 tonnellate
- Marche + 60%, 2.878,15 tonnellate
- Lazio + 40%, 7.959,18 tonnellate
- Abruzzo + 60%, 5.809,63 tonnellate
- Molise + 60%, 2.262,99 tonnellate
- Campania + 60%, 7.479,20 tonnellate
- Puglia + 45%, 179.827,41 tonnellate
- Basilicata + 45%, 3.280,14 tonnellate
- Calabria + 41%, 36.415,21 tonnellate
- Sicilia + 60%, 34.260,48 tonnellate
- Sardegna -20%, 5.610,23 tonnellate
- ITALIA + 46%, 298.348,20 tonnellate
Intanto è stata presentata la prima Tac salva olio per smascherare gli extravergine fasulli e aiutare i produttori impegnati nella lotta alla contraffazione. La novità è stata presentata dalla Coldiretti nel corso della Giornata nazionale dell'extravergine italiano, con il macchinario realizzato dal gruppo di ricerca del laboratorio di Chimica Generale ed Inorganica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, guidato dal Prof. Francesco Paolo Fanizzi, che si occupa di caratterizzazione di oli extravergine di oliva (blend e monovarietali). Lo strumento utilizza in pratica la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (Nmr), in combinazione con l'analisi statistica multivariata, per scoprire la reale identità dell'olio di oliva e smascherare le frodi. Il campione di olio viene diluito in cloroformio deuterato e trasferito in un tubo per la risonanza magnetica nucleare, dove viene analizzato nello spazio di una decine di minuti.
(La tac “salva-olio)
In pratica, la Tac “fotografa” – spiega la Coldiretti – tutto quello che c'è dentro l'olio, creando un'immagine che viene quindi visualizzata su un monitor. Qui il campione viene confrontato con quelli contenuti nel database di riferimento, dove sono presenti le differenti varietà di oli italiani, per capire se ha le stesse caratteristiche oppur no. Utilizzando sia la cultivar che la provenienza geografica come discriminante, è oggi possibile – evidenzia la Coldiretti – compiere un'analisi più' approfondita del prodotto in relazione alla propria origine geografica, ottenendo buoni risultati sia per oli caratterizzati fenotipicamente che per oli prodotti con l'utilizzo di micromolitore e corredati da un accurato esame del genotipo. “Un'innovazione tecnologica che sostiene la battaglia che stiamo portando avanti per garantire la trasparenza dell'olio Made in Italy” ha commentato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel ricordare che l'attività di controllo da parte delle forze dell'ordine ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro, grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell'Ispettorato repressione frodi.
C.d.G.