di Lorella Di Giovanni
Il mondo si incontra a Parigi per costruire un futuro migliore per i nostri figli. Oggi si apre la ventunesima Conferenza internazionale sul clima in una Città ferita e terrorizzata dall’orrore del terrorismo.
In un clima di angoscia e paura per possibili nuovi attentati, i rappresentanti di 190 paesi si riuniscono nella capitale francese per parlare di “un altro clima”, quello del nostro pianeta.
Il riscaldamento terrestre già in atto, così come il terrorismo, rappresenta una questione di sicurezza mondiale per via delle guerre cui può portare per esempio per il controllo delle risorse idriche, degli sconvolgimenti naturali, dei profughi ambientali, dell’impoverimento e desertificazione dei terreni agricoli. La sfida è di “salvare il mondo” evitando che l'atmosfera media del pianeta aumenti di oltre due gradi centigradi.
“Dobbiamo avere cura di noi stessi e curare la terra con tenerezza. La Terra non è un’eredità che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che fanno i nostri figli a noi, perché noi la custodiamo e la facciamo andare avanti e riportarla a loro”: questo il monito di Papa Francesco che con la sua enciclica “Laudato Sì” potrebbe contribuire a rendere meno complicato il raggiungimento di un accordo che possa fermare il riscaldamento climatico.
All’avvio dei lavori, si avverte però un certo scetticismo sui possibili esiti del vertice che si chiuderà fra due settimane: secondo l’ultimo rapporto Onu, infatti, con i piani nazionali presentati dai Paesi partecipanti, non si evita un aumento sostanziale delle emissioni. Il consigliere strategico di Obama, Ben Rhodes, cerca di essere realistico e rassicurante al tempo stesso su ciò che bisogna attendersi da questo grande summit: “… per essere raggiungibili, gli obiettivi devono essere fissati e adottati con convinzione da ciascun paese, non si va avanti a colpi di imposizioni esterne”.
I tragici accadimenti di Parigi, avevano messo a rischio l’intero evento, ma il governo ha deciso di confermarlo quale momento di speranza e solidarietà da parte di tutti i leader del mondo. Il summit sarà dunque l’occasione per ribadire l'unione della comunità internazionale contro il terrorismo e contro i cambiamenti climatici.
Intanto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha sottoscritto l'appello di Slow Food “Non mangiamoci il clima” “perché deve essere sempre più chiaro che l'agricoltura, le scelte di politica alimentare, devono essere protagoniste centrali della lotta al cambiamento climatico”, ha scritto il Ministro ieri nel suo blog sull'Huffington Post.
“C'è un filo che collega l'Esposizione universale di Milano a Cop21 a Parigi», continua Martina. «L'agricoltura e la produzione alimentare, infatti, sono tra i settori che maggiormente risentono di questi squilibri e proprio per questo a Expo il tema è stato al centro di moltissime giornate di lavoro e confronto. Ora dovrà essere protagonista anche dei lavori di Cop21. Con questa consapevolezza con il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti saremo a Parigi il 7 dicembre con i temi e gli impegni della Carta di Milano”.
L'associazione internazionale ha lanciato l'appello Non mangiamoci il clima – condiviso a livello internazionale da centinaia di associazioni e ricercatori, intellettuali e simpatizzanti – per evidenziare l'importanza di un tema totalmente assente nei documenti di preparazione all'appuntamento di Parigi, nei quali sono stati invece privilegiati temi come l'energia, l'industria e i trasporti.
“L'agricoltura e i sistemi di produzione del cibo possono dare un contributo decisivo alla riduzione dei gas serra, a patto che si cambi subito rotta nelle politiche agricole e alimentari dei Governi. L'adesione del Ministro Martina al nostro appello è molto importante in quanto segna in maniera tangibile la presa di responsabilità delle istituzioni italiane in vista di Cop21”, afferma Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia. “Auspichiamo che questo atteggiamento sia condiviso anche dagli altri Governi e che si arrivi a un accordo vincolante. Tuttavia, i singoli cittadini non devono lasciare il destino del nostro Pianeta totalmente nelle mani dei loro più alti rappresentanti. Tutti noi possiamo fare tanto nel quotidiano, scegliendo con cura il cibo ed evitando gli sprechi, ad esempio. Oggi partono i lavori della Cop21, facciamo sentire la nostra voce a Parigi firmando l'appello Non mangiamoci il clima”.
C.d.G.