(Accursio Craparo)
La buona cucina londinese a novembre parla italiano, anzi, siciliano. La nuova avventura di “The House of Peroni” riapre al 152 di Brick Lane per ripercorrere il marchio di una delle birre italiane più bevute nel mondo e lo fa associandovi la buona cucina italiana; per la seconda volta in un anno (la prima era stata a maggio scorso) ai fornelli ci sarà lo chef Accursio Craparo (ristorante “Accursio”, Modica, Ragusa).
Dal 29 ottobre al 25 dicembre Peroni apre le porte della sua “House” mozzafiato che, per la veste autunnale, ha scelto il tema dell’accoglienza all’italiana partendo proprio dalla casa: qui ha inizio la vita sociale di ogni italiano.
La storia, i ricordi, le aspettative sono state incastonate dagli architetti in avveniristiche scenografie. Ripercorrendo i vari ambienti – la stanza da letto appollaiata su un materasso di nuvole, il giardino d’inverno sotto il pergolato, il cortile con i panni stesi nella migliore delle tradizioni del sud Italia, la cantina e la dispensa, disciplinate con rigore – emerge la sensazione di essere sospesi tra il passato e il futuro. Cuore pulsante del progetto è la cucina, con la sua sontuosa tavola. Qui si trova il regno di Accursio Craparo che per l’occasione sfodera tutta la sua capacità di contaminare la tradizione italiana in tono british, sia nella versione aperitivo, che in quella della “dining experience”.
“Posso dirvi – dice lo chef modicano – che a vincere la partita tra la tradizione della buona cucina italiana e le contaminazioni internazionali, è la formula del finger food, abbinata nelle sue infinite varianti alle birre Peroni e ai cocktail dei più esperti mixologist. La cena, invece, sarà tutta giocata sull’accostamento inedito di ingredienti e portate dalle radici italiane”.
Dalla crema di zucca con baccalà mantecato, germogli e crostini all’aglio agli gnocchi di patate alla carbonara nelle pietanze della cena, per arrivare al trionfo della Sicilia nella versione aperitivo con l’arancina di riso al ragù e piselli e lo sfincione palermitano: chi l’ha detto che a Londra si mangia male?
C.d.G.