(Vigneti a Barolo)
Una vendemmia a 5 stelle per i vini più importanti, i Nebbioli da Barolo e Barbaresco, ma anche per Barbera, Cortese, Dolcetto, Erbaluce, Grignolino ed a 4 stelle per gli altri vitigni.
Per il Piemonte il 2015, presentato a Torino, si profila come “un'annata storica” con un aumento del 2,7% della produzione rispetto al 2014 per un totale di 2.466.919 ettolitri.
L'andamento climatico, dal tardo autunno-primavera piovosi al settembre con tempo stabile, ha favorito il ciclo dell'uva. “Il Piemonte con il suo 80% di vini Doc o Docg – ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura Giorgio Ferrero – è 'condannato' a fare estrema qualità. Il settore vitivinicolo garantisce investimenti in un patrimonio collettivo straordinario, in una produzione mai anonima, in un'economia che è anche accoglienza, come dimostra l'impiego di tanti lavoratori stranieri nelle vigne. Per questo ai segnali di abbandono dei vigneti bisogna rispondere dando reddito ai produttori. Il primato del Piemonte viticolo ed il patrimonio dei paesaggi Unesco, che è stato costruito dal lavoro dell'uomo nelle colline, vanno mantenuto, guai abbassare la presa”.
Nel mondo del vino piemontese non mancano, tuttavia, i motivi di tensione: il presidente del Consorzio di Tutela dell'Asti Docg, Gianni Marzagalli, ha parlato di una “situazione a dir poco preoccupante nell'andamento dei mercati: in Germania siamo passati da 20 milioni di bottiglie ai nemmeno 10 che raggiungeremo quest'anno, negli Usa da 16-17 milioni a 10, in Russia da 15 a 10. Tutte le aziende – ha concluso – devono impegnarsi per diversificare e promuovere iniziative di export”.
C.d.G.