LA DEGUSTAZIONE
Bollicine e nouvelle cuisine in un incontro allo Charme di Palermo firmato da Laurent Perrier
Champagne
d’autore
Un’atmosfera suggestiva fatta di luci soffuse che si riflettono su cristalli di sale. Note delicate che esaltano e nello stesso tempo rendono lievi i profumi, i colori e le sensazioni. In un clima come questo è stato presentato nei giorni scorsi lo champagne di Laurent Perrier, la maison di Tours-sur-Marne, tra i grands crus della Montagne de Reims e della Côte des Blancs, nello Champagne. Forse l’unica grande azienda che è rimasta a conduzione familiare.
Ultra Brut, Brut, Grand Siecle e Cuveé rosé brut. Sono stati loro i protagonisti di un incontro con la nouvelle cuisine proposta nell’esclusiva cornice dello Charme di Palermo, curata nei minimi dettagli da Germana e Ippolito Ferreri.
Quattro prodotti diversi ma con una costante comune: la raffinatezza. Così la Laurent Perrier, rappresentata per l’occasione da Nicole Snozzi, ha proposto ai suoi ospiti un perlage da gustare a tutto pasto. Una cultura che, nonostante la crisi economica, si sta sempre più diffondendo anche in Sicilia. Anzi, secondo, Massimo Pignatelli, amministratore delegato della D&C, società che si occupa della distribuzione e della comunicazione dello Champagne Laurent Perrier in Italia, la Sicilia rappresenta una delle regioni dello Stivale in cui questo business si sta sviluppando più rapidamente. “Per questo una delle due serate promozionali è stata fatta in Sicilia”, spiega l’Ad. Che prosegue: “Lo champagne è un piccolo lusso a cui, nonostante tutto, non si rinuncia e ciò spiega il trend in crescita, ogni anno a doppia cifra”. E per rendersene conto non bisogna andare lontano. Basti pensare fa parte dell’assortimento di diverse enoteche palermitane come Picone di Via Marconi o La Botticella di Viale Strasburgo, ma anche di Perbacco e Ottoemezzo di Trapani, e delle carte dei vini delle Soste di Ulisse, che hanno da poco aggiunto al loro paniere anche il Grand Hotel San Pietro di Taormina e il resort Capofaro di Tasca d’Almerita a Salina. “Lavorare sulla distribuzione è determinante – spiega Michele Morisi, direttore Marketing della D&C – perché lo champagne parla a pochi consumatori ed è indispensabile sapere scegliere i canali giusti che possano raggiungerli”. Non solo, anche gli abbinamenti giusti che possano esaltare il prodotto e dunque comunicarlo nella maniera più efficace ed efficiente.
Così le entrees sono state accompagnate dall’Ultra Brut, che rientra nella categoria dei brut naturali. In questo particolare Champagne non è stato aggiunto il liqueur de spedition, ovvero quella soluzione che si aggiunge agli champagne prima dell’imbottigliamento finale. Particolarmente gradevole è stato l’abbinamento con l’antipasto di patate shakerate al latte in polpa di ricci servite in guscio d’uovo.
Dall’Ultra Brut si passa al Brut, che è stato abbinato alle ostriche in salsa di fragole e al parallelo di scampo scottato e foie gras. Secondo Natale Giunta, astro nascente del catering siciliano, “lo champagne è un prodotto molto interessante da abbinare ai menù più originali e raffinati: il problema è lanciare la cultura dello champagne a tutto pasto”.
E ad incarnare da solo questo concetto è stato il Grand Siècle, una cuvée de prestige ottenuta grazie all’assemblaggio dei migliori vitigni di 12 crus differenti, tutti classificati 100% grands crus. Di questi Grand Crus, vengono scelte le uve delle migliori esposizioni e vengono utilizzati solo i mosti migliori derivanti dalla torchiatura. Il vino invecchia per circa cinque anni. Si narra che dopo aver creato la sua cuvée de prestige, Bernard de Nonancourt che era molto amico del generale Charles de Gaulle, decise di demandare a lui la scelta del nome da dare a questo champagne e gli scrisse una lettera proponendogli diverse alternative. La risposta del Generale de Gaulle fu telegrafica. Il testo della lettera, che ancora oggi è conservata nella sede di Laurent-Perrier a Tours-sur-Marne, era: “Nonancourt, Grand Siècle, Bien Sûre!”. Un prodotto dall’aspetto brillante, colore giallo luminoso e aromi di miele, nocciola, mandorla tostata pan-brioche, ottenuto dall’unione di Chardonnay e Pinot Noir, perfetto per i piatti più raffinati ed equilibrato per la forza del nero e l’eleganza del bianco.
E a chiudere il raffinato menù, pensato e realizzato dagli chef Carmelo Floridia e Claudio Ruta, è stato il Cuvée Rosé Brut, che ha innaffiato con eleganza una sorpresa di fichi e mirtilli speziati su salsa di zabaione e rosmarino. “Ogni piatto è stato preparato utilizzando lo champagne come ingrediente – spiega Ruta – e poi accompagnato dal bouquet che più si addiceva”.
Il risultato è stato un incontro di eleganza, finezza e piacere. E, cosa più importante, il desiderio di stappare a fine pasto, un’altra bottiglia di Champagne.
Annalisa Ricciardi