(Giovanni Ponti – Ph Vincenzo Ganci)
di Michele Pizzillo
Solitamente si organizzano verticali di singoli grandi vini. Le orizzontali sono piuttosto rare. E, così, quella orizzontale di Soave 2014 voluta dal Consorzio di tutela di questo bel vino veronese, ha rappresentato un must di questa edizione di Taormina Gourmet. Con l’enologo del consorzio, Giovanni Ponti e il vincitore del concorso organizzato dallo stesso organismo di tutela, Andrea Galanti, a guidare la degustazione.
Ha aperto le danze Ponti, che ha illustrato i territori da dove provengono i nove vini in degustazione: Soave doc di Vicentini, Soave doc classico di Fornaro, Soave doc classico Cimalta di Corte Adami, Soave doc classico di Pagani, Soave doc classico Castello di Cantina del Castello, Soave doc classico Rocca Sveva della Cantina di Soave, Soave doc classico Corte Menini Le Mandolare, Soave doc classico Il Salese di I Stefanini, Soave doc I Prandi di Marcato.
Nove aziende che coprono tutto il territorio del Soave che comprende terreni di origine vulcanica e calcari alluvionali, con vigne allevate sia a pergola veronese sia a spalliera, che permettono di produrre un vino che, si dice da quelle parti, “se non è bevibile non è Soave”. E i nove protagonisti della degustazione orizzontali sono veramente bevibili, freschi, soavi è proprio il caso di dirlo. E rappresentano solo una sintesi di 55,5 milioni di bottiglie prodotte dai 150 imbottigliatori e 3.000 viticoltori che fanno riferimento al Consorzio di tutela, per un totale di 6.500 ettari. In dettaglio, la produzione del 2014 di vino Soave è così suddivisa: 40 milioni di bottiglie Doc, 15 milioni di bottiglie di Soave classico, 300 mila di Soave Docg e 200 mila di superiore Docg.
La degustazione è stata condotta a quattro mani. Da Ponti che ha illustrato il terroir da dove arrivano le nove etichette in degustazione e da Galanti a descrivere i singoli vini. Partendo da Vicentini, con le 60 mila bottiglie di un vino giovanile, freschissimo, con acidità marcata che presenta sentori di pompelmo ed altri frutti come pesca e albicocca.
Dalla degustazione è emerso che i sentori, i profumi, la freschezza sono più o meno identici per tutti i vini in degustazione. Cambia qualcosa a seconda della provenienza e quindi del terreno dove vengono coltivate le vigne di Garganega e di Trebbiano di Soave e se è stato utilizzato il legno che, comunque, da queste parti è considerato solo un comodo contenitore per il trasporto del vino.
Le 10 mila bottiglie di Soave classico di Fornaro si presentano con un bel colore lucido e anche qui i sentori di pompelmo sono davvero piacevoli, come pure la freschezza del vino.
Con il Soave classico Cimalta di Corte Adami s’incontra già una bella struttura insieme alla freschezza e alla sapidità che caratterizza i migliori vini del veronese.
Il classico di Pagani appare come una nuova versione del Soave, con un vino di buona struttura bella luminosità e sentori agrumati insieme ad un mix che Galanti ritiene di pietra bagnata.
Cantina del Castello è ritenuta un’azienda tradizionalista che coltiva vigne su terreno calcare producendo un Soave di buona struttura con sentori di pesca e mela e marcati sentori floreali.
Con le sue 85 mila bottiglie di classico, la Cantina sociale di Soave è il più importante produttore di questo vino, lavorato solo in acciaio e tutto per caduta, che presenta delle belle note di miele e di fiori insieme alla solita accattivante freschezza.
Al proprietario de Le Mandolare, il suo passato di mediatore di vini ha permesso di acquistare le migliori vigne della zona, in parte coltivate con il sistema della pergola veronese e in parte a spalliera producendo vino di ottima struttura e con una bella mineralità.
Il Salese è ottenuto da una vigna presenta in zona vulcanica dove è stata introdotta qualche lavorazione meccanica ed è un vino che si rivela secco, avvolgente con un finale che sembra salato e comunque gradevole.
Le 40 mila bottiglie di I Prandi sono caratterizzati da marcati profumi di pesca gialla accompagnato da una grande freschezza che ne fanno una bella espressione del territorio che caratterizza l’area del Soave.
Ponti, per concludere la degustazione ha mostrato il kit che racchiude il terreno dove sono piantate le vigne di Soave e che come consorzio utilizziamo per la didattica, dice Ponti.
ALCUNE IMMAGINI DELLA DEGUSTAZIONE