Catarratto Doc Sicilia.
Siamo a Valledolmo, un territorio in provincia di Palermo quasi al confine con quelle di Agrigento e Caltanissetta, dove fu fondata nel 1964 una cantina sociale che prese il nome da due contrade in territorio di montagna compreso tra 600 e quasi mille metri: Castellucci Miano. Un territorio di altissima vocazione viticola dove i vitigni erano quelli autoctoni di Catarratto, Perricone e Inzolia, nella maggior parte impiantati ad alberello.
Nel 2005 Castellucci Miano cambia registro: comincia con la ragione sociale trasformando la cooperativa in società per azioni e i soci in azionisti e Nino Piazza, che quasi ininterrottamente ha guidato l’azienda fino ai giorni nostri, intuisce che bisogna dare altro contesto e altri risultati alle potenzialità di questo territorio. Così in quell’anno, girando per i corridoi del Vinitaly, incontra Tonino Guzzo, un allora giovane enologo che aveva appena lasciato l’importante cantina per cui lavorava. E’ un colpo di fulmine reciproco. Piazza comprende che quel giovane enologo aveva le idee chiare e specialmente aveva idee rivolte alla valorizzazione degli autoctoni e alla preponderanza della vigna sulla cantina. Guzzo giudica affidabile il management di questa neonata Spa, ma specialmente, conoscendo già bene la zona, sa che quei terreni, quei climi, quelle altezze sono suscettibili di dare vini unici e specialmente godibilissimi.
Oggi, dopo 10 anni, la Castellucci Miano può contare su 75 ettari di vigneti di proprietà degli azionisti. Ma mentre qualcuno aveva già impiantato qualche internazionale, la società punta essenzialmente alle tre varietà autoctone, convincendo anche i produttori a mantenere i vigneti ad alberello, a non cedere alle modernità dei vari cordoni speronati e Guyot. Tonino Guzzo, come sua abitudine, segue costantemente le vigne, fertilizzate con stallatico, decide i pochi, quasi niente trattamenti da effettuare a base di zolfo e, specialmente, decide quando arriva il momento giusto per vendemmiare.
La produzione, in forte apprezzamento specie all’estero, è di 100 mila bottiglie suddivise in 3 etichette di Catarratto, espresso anche in uno spumante brut, una vendemmia tardiva di Insolia, due Perricone di cui uno, il Maravita, fatto con un poco di uve appassite. In catalogo anche 2 internazionali rossi, ma sono del tutto marginali.
Degustiamo il Catarratto di punta, Shiarà, ottenuto dalla migliore selezione delle vigne poste più in alto che hanno all’incirca 40 anni di vita, quelle più belle, condotte nel modo migliore, scelte visitandole personalmente e più volte una ad una. La produzione per ettaro è bassa, ma non bassissima in quanto Guzzo lascia che la vite produca il giusto. Il Catarratto è quello comune, ma con una particolare genetica, tanto da poter essere definito valledolmese.
Una volta ottenuta l’uva più sana, più gustosa, più profumata, il lavoro in cantina è semplice, normalissimo e senza alcuna aggiunta di prodotti chimici, se non un tantino, ma veramente poco, di metabisolfito. Il vino non svolge la fermentazione malolattica ed affina per 5 mesi in acciaio, poi 2 in bottiglia per essere pronto a maggio.
Versato nel calice il colore è giallo paglierino carico. Al naso è un elegante, affascinate, intenso tripudio di fiori e di frutta. Si farebbe prima a dire cosa non c’è anche se si distinguono la rosa, la viola, il glicine, il pompelmo, il limone, l’albicocca, la pesca gialla, l’ananas e un sottofondo vegetale; perfettamente franco. Al palato si conferma di eccellenza, entra un po' morbido per scatenarsi poi con una robusta struttura, un’equilibrata acidità, una corretta mineralità, un retrogusto lungo, secco, sapido e appagante. Insomma un gran vino che dimostra come da un vitigno, una volta poco considerato, si possa ottenere la squisitezza più raffinata.
Abbiniamolo al pesce, a frittate con cipolle o con menta, a pasta col pomodoro crudo, a formaggi anche stagionati. Apprezzatelo come aperitivo per iniziare al meglio un pasto o centellinatelo a solo per goderne la bevibilità. Sono 13 mila bottiglie ad un prezzo in enoteca di 15 euro.
Castellucci Miano Spa via Sicilia 1 |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |