da Parigi, Lorella Di Giovanni
Scampato al progetto urbanistico di Haussmann, che nell’Ottocento tagliò Parigi con grandi boulevard, il Marais meridionale si mostra al visitatore con il suo dedalo di stradine acciottolate e piazzette dove gli stravaganti atelier di stilisti e creativi, le numerose gallerie d’arte, i ricercati negozi di moda vintage e le boutique più cool si susseguono incastonati nelle vetrine di antichi negozi.
Nel quartiere si possono trovare e acquistare abiti innovativi o riciclati, borse come piccoli capolavori artigianali e merci solidali, ma anche tessuti stravaganti in materiali naturali, occhiali fatti a mano su misura, lampade e lampadari art nouveau, arredi anni cinquanta e ceramiche del dopoguerra. Non mancano poi i profumi impreziositi da inedite essenze e fragranze, venduti in veri atelier e in bar à parfums.
In questo esclusivo quartiere e precisamente nella rue de Bretagne al numero 39, dietro un vecchio cancello di ferro poco vistoso, si trova il Marchè des Enfants Rouges (aperto tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 8,30 alle 13 e dalle 16 alle 19,30; la domenica dalle 8,30 alle 14). Nato nel 1615 sotto Luigi XIII per rifornire il quartiere del Marais, questo mercato coperto è stato riconosciuto monumento storico nel 1982 e restaurato negli anni ’90. Fu chiamato così in ricordo dei bambini dalla divisa rossa ospitati in un orfanotrofio che un tempo si trovava poco distante.
Luogo magico, mosaico di culture e spazio associativo e conviviale, il Marchè è frequentato soprattutto dagli abitanti del luogo (tra cui ebrei, cristiani, musulmani e gay), mentre nel fine settimana sono numerosi i turisti.
Varcata la soglia del cancello, il mercato – con i suoi stretti corridoi interni e le ariose stradine perimetrali, i banchi fissi e i piccoli ristoranti, i suoni e i rumori, i profumi e gli odori, i fumi di cucina e le fiamme dei fornelli, i colori delle merci e le luci del grande lucernario, i venditori e la folla di avventori, la varietà di frutta e verdura, l’abbondanza di pietanze e di preparazioni gastronomiche, l’assortimento in formaggi caprini, erborinati, a pasta molle e dura e la variopinta moltitudine di specie ittiche – accoglie il visitatore proiettandolo in una piacevolissima dimensione sinestetica.
Acquistando il cibo tra i banconi attrezzati con utensili, padelle e fornelli a vista, si può consumarlo nei variopinti tavoli pubblici posti alla fine del mercato oppure nei numerosi ristorantini, dove i piatti delle cucine giapponese, libanese, marocchina, francese e anche italiana si mischiano insieme in una sinfonia di odori, colori e sapori, creando un’atmosfera unica.
Infine, sempre nel Marais e al di fuori dei percorsi turistici più battuti, e precisamente al 168 di rue St-Martin c’è un ritrovo di tendenza, il Cafè La Fusée. Tra arredi e oggetti vintage illuminati da lampadine colorate, in questo caffè si può fare una piacevole sosta per gustare prelibati panini e fresche insalate dalla presentazione curata e dal sapore vivace e stuzzicante, magari dopo aver visitato il vicino Centre Pompidou.
Se poi al ritorno da Parigi si fa tappa all’Expo di Milano, si può visitare un altro straordinario mercato coperto simbolo della cultura alimentare francese che, in uno spazio di 3.592 metri quadrati, vuole contribuire a “Nutrire il Pianeta”. Si tratta del Pavillon France la cui volta interna, costruita in legno lamellare, è interamente ricoperta di derrate alimentari, prodotti tipici francesi, utensili da cucina e monitor con filmati mostranti soluzioni per “produrre di più e meglio con meno”.