da Milano, Giovanna Moldenhauer
L’Abruzzo è una regione dal punto di vista enologico importante perché le varietà più rappresentative del territorio trovano una combinazione unica di fattori pedoclimatici. Produttori appassionati, lungimiranti già da decenni hanno creduto nelle proprietà organolettiche dei vini, prodotti sul territorio da vitigni autoctoni, ne hanno esaltato le peculiarità.
Il Trebbiano, il Montepulciano d’Abruzzo e il Pecorino sono stati presentati in degustazione da Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto, per il settimo appuntamento organizzato da Veronafiere dei vini “bussola” nel padiglione Vino-A taste of Italy.
Nella scenografica sala Symposium dapprima è stata presentata la regione di cui, nel 7 secolo a. c., gli Etruschi tessevano le lodi. Qualche secolo più tardi Ovidio raccontava nelle sue opere dei vini ottenuti da queste terre. Il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg occupa una vasta zona a nord di Pescara. Le Doc sono attualmente 8 di cui quelle del Trebbiano e del Montepulciano d’Abruzzo, insieme al Cerasuolo sono ubicate al centro, a sud-ovest e a sud-est della regione. I vini sono stati serviti dalla sommelier Alessandra Maggioni della delegazione Monza/Brianza della Fisar.
(Pecorino e Trebbiano d'Abruzzo)
La degustazione è iniziata con un Pecorino Colline Teatine Igt 2013 della Tenuta i Fauri a Chieti, ottenuto da un vigneto con allevamento a spalliera. L’azienda di Luigi di Camillo produce vini con un rapporto qualità/prezzo significativo sulle colline che dalle propaggini della Majella degradano verso il mare. Il vino era brillante nel calice con un bel colore giallo dorato. I profumi di frutta gialla tropicale sfumavano nei sentori minerali di pietra focaia, note erbacee di menta, per finire con accenni di miele. Nell’assaggio era minerale, fresco, sapido con un retrogusto ammandorlato.
La presentazione di Fabrizio Carrera è proseguita con due diverse espressioni di Trebbiano d’Abruzzo che in questa regione da risultati straordinari. Il primo Bianchi Grilli Doc 2013 di Torre dei Beati a Loreto Aprutino è ottenuto dalla varietà in purezza, su terreni argillosi calcarei idonei alla viticoltura. La viticoltura biologica certificata ha consentito al produttore di ottenere un’alcolicità contenuta di 12,5%, una beva piacevole. I profumi floreali di ginestra, camomilla, erano seguiti dalle note agrumate di cedro e limone. In degustazione era sapido, fresco, elegante, complesso. La seconda etichetta Vigneto di Capestrano Trebbiano d’Abruzzo Doc 2012 di Valle Reale Popoli, è prodotto da un vigneto nelle vicinanze del fiume Tirino in agricoltura biologica. L’azienda di 60 ettari è sita nel cuore della regione tra il Parco nazionale del Gran Sasso e quello nazione dalla Majella in un contesto pedoclimatico unico. Per questo vino, premiato con i tre bicchieri dal Gambero rosso, è stata scelta la fermentazione spontanea, la permanenza per più di un anno a contatto con i suoi lieviti indigeni, l’imbottigliamento senza filtrazione. Versato nel calice aveva una tonalità verde paglierino con archetti ben distanti visto il grado alcolico di 12%. Fiori di montagna, di camomilla, note erbacee di paglia si stemperavano in note di frutta gialla, di iodio. In bocca era sapido, fresco con una lieve sensazione tannica, con un finale lungo ed equilibrato.
(Zanna, Montepulciano d'Abruzzo)
Chiudeva la presentazione il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg Zanna Riserva 2010 di Dino Illuminati a Controguerra. Importate realtà con una storia di 135 anni produce vino su una superficie di 135 ettari in provincia di Teramo a 300 metri di altitudine. Il vino prodotto solo nelle annate migliori è realizzato con uve giunte a surmaturazione in pianta. Con una gradazione di 14,5% è fermentato in acciaio e, dopo la fermentazione malolattica, è affinato per 24/26 mesi in botti grandi da 25 ettolitri di rovere di Slavonia. Di un colore affascinante rubino scuro, aveva profumi di frutta piccola tra cui amarene, more, seguiti da spezie, chiodi di garofano, liquirizia, note eteree tra cui cuoio. L’assaggio ne ha confermato la trama tannica vellutata, la persistenza, i sapori finali di frutta, di note balsamiche.
Tutti gli assaggi del settimo appuntamento dei vini “bussola” dell’Abruzzo hanno dato modo ai partecipanti al seminario di conoscere le espressioni di una regione d’Italia particolarmente votata alla viticoltura.