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Morì per l’uso intensivo dei pesticidi, figlia di vignaiolo francese presenta causa milionaria

17 Luglio 2015
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Si va verso un’azione penale. Valerie Murat, figlia di uno noto viticultore francese, ha presentato un'azione legale sulla morte di suo padre per “omicidio involontario”.

James-Bernard Murat, produttore di vino a Pujols nella regione di Entre deux Mers di Bordeaux, è morto di cancro ai polmoni nel 2012. Ha sempre creduto che la malattia è stata causata dall’uso per oltre 40 anni di un antiparassitario per la protezione contro le malattie della vite.
Ora la figlia Valerie, ha presentato all’Alta Corte di Parigi una denuncia. Toccherà al Giudice stabilire se l’imputato (il nome è secretato ed è indicato solo come ‘X’), sia o meno colpevole.

In questo periodo il Governo francese sta prestando maggiore attenzione agli effetti sulla salute dell'esposizione dei pesticidi tra i lavoratori. Il governo ha riconosciuto un legame tra pesticidi e morbo di Parkinson nei lavoratori agricoli nel 2012. Murat ha spruzzato per 40 anni tre diversi pesticidi contenenti ​​arsenito di sodio, una sostanza chimica che è ora vietata e viene indicata come un veleno che potrebbe causare il cancro.
A Murat, un anno prima della sua morte, è stato riconosciuto il cancro “come legato alla sua professione”, ed è uno dei 40 viticoltori francesi a cui è stato dato questo riconoscimento.

In Francia si usano circa un quarto di tutti i pesticidi che vengono spruzzati in Europa. I vigneti rappresentano solo il 3% dei terreni agricoli, ma l'industria del vino rappresenta il 20% dei volumi dei prodotti fitosanitari, e l'80% del consumo di fungicidi.
Intanto c’è un piano nazionale per ridurre l'uso dei pesticidi in agricoltura francese, chiamato Ecophyto 2018.

C.d.G.