da Silea, Ilaria de Lillo
Ieri è stato l’ultimo giorno della festa della dea Sardea iniziata il 3 luglio per celebrare il vero oro del trevigiano.
Da ben 20 anni d’estate gli abitati di Silea si danno appuntamento al Ponte dea Goba di Treviso per assistere al lancio di imbarcazioni costruite dagli stessi popolani della zona, zattere, barchette e traghetti di vario tipo per dare vita a un carnevale estivo. Durante la navigazione delle barche i marinai si divertono a ostacolarsi a vicenda con secchiate d’acqua, mentre gli spettatori percorrono la strada della “Restera”, un sentiero naturalistico che termina all’ingresso del viale che conduce alle baracchine di sarde.
La giornata di chiusura è iniziata con la corsa podistica non competitiva “PerCorrere il Sile” ed è proseguita con un via vai di portate a base di pesce e musica dal vivo anni ‘70. Protagonista, ovviamente, la sarda. In zona Forte Makallè è stato preparato il ‘vovi e segoea’, una frittata gigante realizzata con 200 uova che ha aperto lo stomaco come aperitivo. Il vero pranzo è alla centrale di Silea: spaghetti al sugo di seppie, insalata di mare, piatto della festa (spaghetti, misto sarde, contorno, formaggio), seppie in umido con polenta, sarde ai ferri, sarde impanate, sarde in saor. Ad accompagnare questi piatti non è mancata una selezione di ottimi vini regionali: tra i bianchi le migliori etichette di Conegliano Valdobbiadene e Pinot Grigio, tra i rossi Colli Trevigiani, Cabernet e Merlot.
L’evento è stato organizzato dal Gruppo Sile Folk che nel 1995 ha voluto dare vita a questo carnevale estivo espressione di una regione che si diverte 360 giorni l’anno. Sono più di cento volontari che hanno deciso di animare la città nei 10 giorni della festa che ospita migliaia di persone. Ogni collaboratore cura i vari momenti dell’evento nei minimi dettagli, dalle cucine ai bar e le attrazioni serali per la riuscita della festa che non è fine a se stessa: oltre al divertimento sano e genuino, lo scopo del Carnevale del Sile è finalizzato alla raccolta fondi per organizzazioni umanitarie in Italia e all’estero.
Tra una portata di sarde e l’altra, per addentrarsi poi nel vivo del paesaggio, una passeggiata digestiva nella bellissima area delle sorgenti e nel Parco Naturale Regionale del Sile è vivamente consigliata.