L’associazione viticoltori naturali VinNatur ha reso noti i dati delle analisi chimiche effettuate sui vini delle 151 aziende agricole associate, 106 italiane e 45 di altri paesi europei.
Le analisi sono condotte dal Laboratorio Enocentro di Bussolengo in provincia di Verona ed accreditato presso il ministero delle Politiche Agricole. Le bottiglie campione vengono raccolte dal Consiglio direttivo dell’associazione durante Villa Favorita, la manifestazione che riunisce i soci a Sarego. La ricerca avviene su 190 principi attivi di pesticidi che attualmente la legge consente di utilizzare in campo viticolo, dei quali vengono rilevate anche presenze minime. Inoltre viene monitorata anche la presenza di anidride solforosa, per comprendere appieno il lavoro del vignaiolo anche in cantina.
Sono 4 i vini nei quali sono state trovate tracce di pesticidi, 147 risultano invece negativi a qualsiasi principio attivo. Le quantità di sostanze chimiche rilevate nei 4 campioni sono molto al di sotto dei valori medi di un vino da viticoltura convenzionale e spesso si tratta di un solo principio attivo, in genere
un fitosanitario, usato per 1 o 2 trattamenti al massimo.
Secondo il Regolamento soci VinNatur, quando viene verificata la presenza anche di un solo pesticida in misura superiore a 0,020 mg/kg, viene inviato al produttore un avviso e si procede con controlli più approfonditi nel corso dell’anno. Qualora le analisi confermino la positività per tre anni consecutivi, si procede all’allontanamento di quel produttore, perché significa che l’impegno preso nei confronti dei colleghi, dell’associazione e dei consumatori, non viene più rispettato. Ciò non toglie che il rientro sia possibile, ma solo dopo due anni e dopo aver nuovamente sottoposto i vini ad analisi.
Consapevole che le analisi chimiche sono uno strumento fondamentale per i controlli ma possono rimanere dei margini di incertezza, VinNatur ha in programma di approfondire le indagini aggiungendo l’esame dell’apparato fogliare. Si tratta di un progetto ambizioso, soprattutto perché aumenteranno i costi già elevati delle analisi, ma l’associazione continua a ritenere che la trasparenza sia un obiettivo che vale tali spese. Nel frattempo è stato avviato il prelievo di campioni di foglie e grappoli nelle vigne di quei produttori sui quali le analisi hanno evidenziato dei dubbi; in questo modo è possibile verificare anche la presenza o meno dell’effetto deriva, che rimane di certo un problema per chiunque pratichi agricoltura senza ricorrere alla chimica.
Angiolino Maule, fondatore e presidente VinNatur, commenta: “Negli ultimi anni c’è una costante riduzione del numero di produttori i cui vini risultano positivi ai pesticidi, nel 2014 erano 8, quest’anno sono solo 4; e questa per noi rappresenta una soddisfazione. Un altro dato, che ci rende particolarmente orgogliosi, è quello dei 65 vini che recano solo tracce di solforosa (ovvero presenza inferiore a 10 mg/l). Non è facile percorrere questa via al momento della vinificazione e, dopo la difficile annata 2014, ne siamo tutti ancora più consapevoli. Questi numeri rappresentano delle conferme, perché dimostrano la bontà delle scelte fatte negli anni passati e ci confortano nella determinazione a procedere sulla strada intrapresa, quella della coerenza fra il dire e il fare, e della trasparenza verso chi beve i nostri vini. Essere soci VinNatur vuol dire accettare impegni e obblighi; significa rendere concreto il rispetto e la lealtà verso la terra che coltiviamo, verso noi stessi e i nostri clienti. Noi siamo agricoltori e più di altri abbiamo un ruolo importante e una responsabilità, scegliamo di accettarli, ogni giorno, con il nostro operato in vigna e in cantina”.
C.d.G.