Ventotto milioni di bottiglie entro fine anno, oltre 1,5 milioni di euro di investimenti in promozione, la modifica al disciplinare. Doc Sicilia avanti tutta.
I risultati erano attesi e cominciano a dare i loro frutti. Perché proprio la Doc Sicilia sta contribuendo ad aumentare la quantità di vino imbottigliato e la percentuale di vino siciliano a denominazione di origine controllata.
Dalla lettura dei primi dati, c’è di che gioire, soprattutto per quelle cantine che guardano alla qualità come presupposto essenziale e che si proiettano con determinazione verso i mercati esteri.
Il conorzio Doc Sicilia è entrato a regime da circa un anno. Il vino Doc Sicilia imbottigliato ha raggiunto nei primi cinque mesi di quest'anno 89.070 ettolitri contro i 68.463 dello stesso periodo dell'anno precedente. A conti fatti un più 24 per cento che, a detta del consorzio, supera le previsioni. Tanto da far dire ad Antonio Rallo, presidente del consorzio e patron di Donnafugata: “Dalle tendenze attuali si può agevolmente prevedere di giungere a 28 milioni di bottiglie entro fine anno, superando così le più rosee aspettative. Oggi si stanno costruendo le basi per portare la denominazione Doc Sicilia sui mercati in maniera strutturata, con l’opportuno riconoscimento di valore e prezzo: in tal modo si potrà dare una svolta importante alla viticoltura siciliana”.
Non si nasconde che oggi uno dei limiti del vino siciliano è il suo valore medio. Che rimane molto basso. Ma si sa bene che la strada obbligata per dare valore è quella della qualità e del relativo imbottigliamento che contribuisce a dare identità e riconoscibilità. E si spera, anche una maggiore remunerazione per i viticoltori. Ma la strada sembra tracciata: così da un lato si lavora sul territorio e sul versante della produzione (è già in cantiere una modifica del disciplinare, ovvero le regole con cui si può produrre la Doc), dall'altro si guarda ai mercati. Ed oggi l'azione della Doc Sicilia è quasi interamente rivolta agli Stati Uniti che oggi con circa trenta milioni di ettolitri secondo alcune statistiche sono il primo Paese al mondo per consumi complessivi sebbene ogni americano a testa beva ancora meno vino di un italiano e di un francese, che ne bevono a testa, rispettivamente 35 e 44 litri. Proprio negli Usa il consorzio Vini Doc Sicilia sta portando avanti una campagna di promozione iniziata ad aprile e che si concluderà a fine anno. Il progetto prevede che stampa americana e operatori di settore scoprano i vini siciliani in occasione di numerosi appuntamenti, organizzati in collaborazione con la prestigiosa rivista americana di settore Wine Spectator. Obiettivo: fare in modo di aumentare quella percentuale di americani, circa il 9 per cento, che beve vini siciliani con regolarità.
E ancora poco. Ma l'ottimismo non manca. Soprattutto a guardare quelle cifre sul vino imbottigliato in forte crescita che unito alle azioni promozionali potrebbe dare i risultati sperati. “La continua crescita della Doc Sicilia è un fenomeno molto rilevante – spiega Alessio Planeta, componente del cda della Doc Sicilia e proprietario dell’omonima cantina -. Ad oggi il percorso compiuto è più che notevole e lo spazio di crescita è ancora molto ampio. L’evoluzione deve essere caratterizzata da un aumento della domanda, che troverà l’offerta pronta a scattare. Il nostro lavoro di comunicazione deve adoperarsi affinché ciò avvenga al più presto”.
Domanda che sicuramente aumenterà proporzionalmente al rafforzamento del brand, dice Gaspare Baiata, altro componente del cda della Doc Sicilia e presidente della Cantina Paolini di Marsala, che aggiunge: “Il consumatore rimane legato al brand Sicilia: per tale motivo è essenziale che gli giunga il vino imbottigliato Doc Sicilia”.
L’azione promozionale continuerà anche il prossimo anno visto che il consorzio ha presentato un piano alla Regione Siciliana da oltre 1,5 milioni di euro per attingere ai fondi comunitari europei. I progetti sulla promozione sono finanziati dall'Ue all’80 per cento.
C.d.G.