(Il ministro francese Segolene Royal e Matteo Renzi – Foto Repubblica)
di Lorella Di Giovanni
Il riscaldamento terrestre, così come le sue cause antropiche, sono ormai fatti incontrovertibili. Le conseguenze, già in atto, di questo cambiamento climatico sono gravi e possono ulteriormente peggiorare, comportando impatti sociali ed economici rilevanti: sono questi i temi sul tavolo di confronto pubblico tenutosi ieri a Montecitorio, in occasione degli Stati Generali sui cambiamenti climatici e la difesa del territorio.
Il clima dunque entra a pieno titolo nell’agenda politica nazionale, chiamando in gran consiglio il mondo istituzionale e le Organizzazioni non governative impegnate sul tema.
Organizzati da #italiasicura (la campagna di comunicazione governativa contro il dissesto idrogeologico) e dal Ministero dell’Ambiente, gli Stati Generali sul clima, rappresentano il primo passo dell'Italia verso la Cop21 (XXI Conferenza delle Parti organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che si terrà a Parigi nel mese di dicembre e che dovrebbe portare alla firma dell’accordo globale sul clima.
A Montecitorio la mattina è stata dedicata alla presentazione delle iniziative dei diversi ministeri e dunque all’esposizione del programma del Governo intorno al tema dei cambiamenti climatici e alla preparazione della Conferenza di Parigi, con la partecipazione dei Ministri coinvolti. Nel pomeriggio invece si è dato spazio all’ascolto del mondo economico, amministrativo e associativo.
In attesa di fare gli onori di casa all’appuntamento parigino, il ministro dell’Ecologia francese Ségolène Royal, ha ribadito l’importanza di riconoscere nell’emergenza climatica una questione di sicurezza mondiale per via delle guerre a cui può portare per esempio per il controllo delle risorse idriche, dei profughi ambientali, degli eventi estremi.
Nell'ambito della sessione dedicata all'esposizione del programma del Governo, il vice ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero ha mostrato la sua preoccupazione per i possibili effetti negativi del cambiamento climatico sulla produttività agricola, la fertilità dei suoli e la tipicità delle produzioni, mettendo in evidenza quanto sia necessaria, da parte degli agricoltori, l’adozione di pratiche in grado di incrementare la resilienza dei sistemi produttivi.
L’agricoltura è uno dei principali strumenti per contrastare fattori di rischio come il dissesto idrogeologico, l'erosione, il consumo del suolo, gli incendi: ne è convinto il vicepresidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che, con il suo intervento, ha voluto sottolineare come soltanto un'agricoltura attiva e competitiva possa essere in grado di assicurare un idoneo presidio del territorio e dell'ambiente.
Andrea Olivaro e Massimiliano Giansanti si sono trovati d’accordo nell’affermare che la strada verso la sostenibilità ambientale ed economica dei sistemi agricoli e zootecnici passa dall’innovazione e dunque dal pieno coinvolgimento del mondo istituzionale, accademico, economico, associativo e della società civile.
L’approccio al cambiamento climatico dev’essere interdisciplinare per risultare efficace. Questo è il punto che ha tenuto a sottolineare il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti anche in vista della presentazione del Green Act: provvedimento che traccerà obiettivi e strumenti per un’economia a basso contenuto di carbonio, per un uso efficiente delle risorse e per la promozionedell’economia circolare nel quadro della più generale strategia ambientale per lo sviluppo sostenibile.
Sulla “cura della casa comune” è intervenuto il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, che si è soffermato sui passi dell'enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, affermando come i cambiamenti climatici rappresentino una delle principali sfide per l’umanità.
Infine il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo nel dibattito, ha invitato il gruppo dirigente italiano a prendere su di sé l'impegno di assumere l'orizzonte di Parigi come l'occasione per trasformare il tema del cambiamento climatico in priorità politica.