(Alessandro Chiarelli, Andrea Baldanza e Nino Caleca)
di Maria Antonietta Pioppo
Firmato un protocollo d'intesa tra l'assessorato siciliano all’Agricoltura e Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Questo il fine dell'incontro che si è svolto oggi presso la sede dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia sul tema “Rating della legalità e imprese agricole”. All'incontro sono intervenuti l'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, Nino Caleca, Alessandro Chiarelli, presidente Coldiretti Sicilia, Andrea Baldanza, vicepresidente della Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, Leonardo Agueci, procuratore aggiunto di Palermo e Prisco Lucio Sorbo, nuovo direttore della Coldiretti siciliana. A mediare gli interventi, il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Sicilia, Riccardo Arena.
“Parlando di rating è essenziale considerare la postura con cui mettiamo in atto le attività nel nostro territorio, la misurazione dei problemi starà alla base del protocollo d'intesa che firmeremo” – spiega Prisco.
Sul tema della criminalità organizzata pone l'accento Baldanza: “Occorre eliminare la criminalità e per questo occorre entrare nei meccanismi del territorio siciliano e cercare di eliminare tutti quei limiti burocratici. Ad esempio quello del tetto minimo del fatturato di due milioni di euro, che non consente alle aziende che hanno un comportamento etico, di ottenere il rating di legalità”.
E sul concetto del rating e dell'antimafia dice l'assessore Caleca: “All'interno del settore dell'agricoltura, c'è una presenza della mafia che si manifesta sempre più aggressiva e se non combattuta con grande determinazione e rischia di inquinarlo tutto. Un dato interessante ci indica che le misure di prevenzione negli ultimi anni riguardano i beni agricoli, le imprese agricole, e quindi il settore agricolo è oggi uno dei più appetibili su cosa nostra per via dei finanziamenti più massicci. Dobbiamo combattere le frodi agroalimentari e per far questo chiederemo una delibera alla Commissione Regionale Antimafia che preveda una modifica legata al rating di legalità, ovvero chiedere alla imprese di essere sottoposte a una serie di controlli e fornire alcune certificazioni che consentano di avere un capitale di qualità che le qualifichi rispetto alle altre (con un massimo di riconoscimento etico indicato con tre stelle). L'altra richiesta che faremo all'autorità garante è la diminuzione nel campo agricolo del volume d'affari delle imprese che possono chiedere il rating, che attualmente è di due milioni, in quanto non esistono in Sicilia aziende agricole che abbiano un volume d'affari di due milioni di euro. La richiesta è di abbassare il volume d'affari a 200 mila, in modo da consentire anche alle imprese più piccole di chiedere il rating di legalità. Infine l'altro argomento riguarda le imprese per i giovani. Non si può chiedere alle imprese di essere iscritte da tanti anni prima di chiedere il rating, ma lo si dovrà poter chiedere dopo uno o due anni di inizio attività. Nei prossimi giorni studieremo insieme alla dottoressa Barresi i prossimi bandi in modo che le aziende che hanno un rating di legalità abbiano precedenza e per l'ottenimento del contributo previsto”.
“La vera guerra è ai mafiosi e lo sarà sempre – spiega Alessandro Chiarelli -. Ma dobbiamo pretendere che ci siano strumenti chiari, trasparenti e veloci che consentano agli organi preposti di poter riparare a una serie di guasti organici orizzontali che ci vedano patire il peggior prezzo, che, significa qualità, diritto alla vita ma significa etica e prodotto. Non possiamo più tollerare ad esempio di vedere un Nero d’Avola, possibilmente fermentato nelle acque internazionali, che va a finire in bottiglia, rendendo vano il sacrificio di dodici mesi di lavoro”.