Consolidamento della fase produttiva, tenuta sul fronte dei prezzi e ricerca di nuovi mercati per l’imbottigliamento. Questa in sintesi l’analisi del sistema Soave con i numeri forniti da Avepa, Istat e Camera di Commercio di Verona.
Sul fronte produttivo sono oggi evidenti i segnali di un aumento degli investimenti per il rinnovo dei vigneti soprattutto nell’area del Soave Classico, dopo un periodo di congelamento del rinnovo degli impianti.
Pur in un contesto di massimo investimento viticolo (oggi i vigneti coprono oltre il 70% della superficie agricola utilizzata) si registra un piccolo ma significativo aumento dei vigneti iscritti all’albo del Soave che passano dai 6.800 ettari del 2003 agli oltre 7.000 ettari del 2014.
L’Avepa, l’agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, certifica inoltre una tendenza alla diversificazione varietale: accanto ai vari cloni di Garganega che rimane leader della denominazione, si affiancano altri vitigni complementari come il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Sauvignon con una crescita anche dello storico Trebbiano di Soave. Gli ultimi dieci anni confermano la crescita media dell’età dei vigneti con quasi il 60% di vecchie vigne oltre i 30 anni. Nei nuovi impianti cresce la densità di ceppi per ettaro. La pergola si conferma leader nel sistema di allevamento anche se cala dall’89 al 78% nel vigneto Soave. In crescita quindi il guyot, i sistemi di allevamento a parete e la pergoletta soavese.
In cantina, gli ultimi 12anni confermano una flessione nel numero delle aziende che imbottigliano il Soave, ma, allo stesso tempo, un consolidamento delle stesse. Cresce l’imbottigliamento nelle zone di produzione che arriva al 49%, aumenta il vino confezionato all’estero, cala la quota in provincia di Verona, mentre si conferma una quota del 20% per l’Italia.
Il numero di bottiglie nel corso del 2014 arriva a 55 milioni di cui 41 milioni a Soave Doc e circa 14 milioni a Soave Classico. Si registra una flessione per le tipologie Colli Scaligeri e Soave Superiore. Il Recioto di Soave supera le 120.000 bottiglie pur in un contesto di mercato non di certo favorevole ai vini dolci.
Strategico in questo contesto di consolidamento economico anche il ruolo del Consorzio che oggi si è trasformato da Consorzio strettamente inteso ad agenzia territoriale in grado di intercettare le esigenze e offrire servizi “su misura” alle aziende, siano esse grandi e strutturate, siano esse piccole imprese. Individuazione dei mercati, progettazione delle iniziative, attuazione delle stesse, rilievo dei risultati e rendicontazione sono tutte attività che il Consorzio svolge al suo interno per favorire i produttori di Soave e creare per loro nuove occasioni di business.
L’assemblea ha quindi approvato un bilancio importante che vede certificare questo nuovo ruolo dell’associazione che raggruppa circa l’80% dei produttori e al quale il Ministero ha recentemente rinnovato il riconoscimento di gestione Erga Omnes dell’attività di tutela e promozione della denominazione.
Sono state confermate le quote associative storiche e si è provveduto a un importante rinnovo del consiglio di amministrazione.
Sul fronte delle azioni da porre in essere per il 2015 il bilancio di previsione prevede oltre 3 milioni di euro soprattutto indirizzato ad attività promozionali sia in Italia che all’estero.
“Nell’ambito dell’articolato panorama del vino italiano – ha commentato Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio, – il Soave, con le sue dinamiche storiche, produttive e commerciali ha rappresentato prima un fenomeno di riferimento per l’aspetto stilistico e organizzativo fino a diventare oggi un sistema produttivo originale caratterizzato dalla specificità produttiva, dalla coerenza espressiva e dalla costanza dei volumi commercializzati. Questi sono i fattori fondamentali insieme alla flessibilità e alla lungimiranza organizzativa e a un’attenta gestione delle produzioni che consentono ad un “fenomeno” di diventare sistema. Un sistema che riesce a distribuire reddito e sicurezza alle imprese impegnate nella filiera anche nei momenti più complicati dal punto di vista commerciale. Un sistema che pur caratterizzato da aziende agricole piccole e polverizzate sul territorio ha saputo con l’aggregazione e l’innovazione rimanere competitivo”
Gli fa eco Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio secondo il quale “il mondo cooperativo è stato protagonista di fenomeni aggregativi che hanno ridisegnato il mondo vitivinicolo non solo veronese. Esistono oggi imprese cooperative che, partendo dal Sistema Soave, hanno coinvolto nei loro progetti di crescita tante altre aziende e tanti altri territori. Allo stesso tempo molte imprese anche piccole, nell’impossibilità di crescere in loco, hanno diversificato investendo in denominazioni limitrofe per completare il loro portafoglio prodotti. Tutti investimenti che hanno alla base una consolidata struttura economica sviluppata in decenni di lavoro fatto a Soave”.
C.d.G.