Nella speciale classifica dei mangioni di formaggio, Francesi, Islandesi ed Estoni non sono così lontani
Di vacca, di bufala, di pecora o capra. Fresco, come la mozzarella o lo stracchino, o stagionato. Gli italiani, con circa 23 chili di formaggio all’anno, fanno bella figura nella speciale classifica che “dipinge” i principali consumatori nel mondo.
Quest’anno, sono risaliti fino al quinto posto ed insidiano la parte alta della classifica. I primi in assoluto rimangono i francesi con 25,9 chili per abitante; Secondi gli islandesi con 25, 2 chili; sul gradino più basso del podio i finlandesi con 24,7 chili.
Seguono Germania (24,3 chili pro-capite), Italia (23 chili), Estonia (21,7 chili), Svizzera (21,3 chili), Lituania (20,1 chili), Austria (19,9 chili) e Svezia (19,8).
Una media altissima se si pensa che in Europa mediamente si consumano 17 chili di formaggio a testa e negli Stati Uniti, Canada e Australia il dato scende a 15 chili.
Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono, nell’ordine, i formaggi preferiti dagli italiani, seguiti nella classifica dei consumi da mozzarella, Pecorino romano, Asiago, Provolone della Valpadana e Gorgonzola. Ma siamo ghiotti anche di caciotta, formaggi a pasta molle come Taleggio e Fontina e freschi come ricotta e crescenza.
Tra quelli stranieri la palma dei consumi va all’Emmental, il famoso formaggio svizzero “con i buchi”. Ma questi sono solo alcuni dei circa 600 tipi di formaggio prodotti in Italia, la cui prevalenza è fortemente legata al territorio e alla tradizioni locali.
Numeri importanti per presentare la decima edizione di “Cheese”, la manifestazione biennale dedicata alle forme del latte organizzata da Slow Food Italia e Città di Bra che torna a Bra in provincia di Cuneo dal 18 al 21 settembre.
“Vero è che in questi 18 anni la cultura del cibo è molto cambiata, ma dobbiamo ancora fare una lunga strada per ottenere maggiore attenzione verso produttori, casari e allevatori, specialmente di piccola scala: insomma, siamo in un paese in cui si paga ancora il latte 30 centesimi al litro”.Parte con una denuncia Carlo Petrini, presidente di Slow Food, presentando l’iniziativa.
“Dobbiamo ridare valore alla cultura, ai paesaggi, al lavoro, al nostro cibo, troppo spesso considerato meramente una merce – dice -. Cheese deve essere l’opportunità della conoscenza e della specificità, l’esaltazione della biodiversità contro l’omologazione. Siamo in mezzo a un guado, ora sta a noi decidere se attraversare verso una nuova sponda con un interesse per il nostro bene comune o fermarci e naufragare. Sono i giovani la risposta per trovare le soluzioni al futuro del nostro cibo, la speranza per poter davvero cambiare le cose: in loro riponiamo la nostra fiducia”.
Il sindaco di Bra Bruna Sibille rinnova il benvenuto all’ormai storica manifestazione che anima la cittadina piemontese ogni due anni: “Credo che Cheese abbia trovato la sua casa naturale in Bra perché qui l’agricoltura e l’attenzione per la terra sono da sempre fondamentali per tramandare conoscenze, passioni e interessi, cultura. Ed è questo che ha fatto Cheese nelle sue nove edizioni precedenti. Da oggi, passeggiando nelle vie del centro, incontreremo i volti dei pastori, produttori e affinatori che hanno contribuito a fare di Cheese il grande evento internazionale che è oggi: una grande mostra fotografica diffusa che, insieme a una serie di serate di degustazione, ci accompagnano fino a settembre”.
Tema dell’edizione 2015 è “Alle sorgenti del latte, per nutrire il pianeta”, con un focus sul ruolo della montagna e sulle storie dei giovani che hanno scelto di vivere e lavorare tra le vette, le valli e gli alpeggi per cambiare vita e ripercorrere le orme dei loro avi. Tornano le degustazioni guidate dei Laboratori del Gusto, 36 appuntamenti per conoscere il mondo della biodiversità casearia e non solo; gli Appuntamenti a Tavola, occasione unica per incontrare alcuni tra i migliori chef del panorama nazionale e internazionale e assaggiare le loro specialità; gli incontri curati da Slow Food Educazione, con le attività dedicate alle scuole e alle famiglie e un Master of Food pensato per gli under 30, alla scoperta degli abbinamenti tra formaggi e birre artigianali. Non mancano gli approfondimenti, grazie alle Conferenze su tematiche legate alla filiera lattiero-casearia, alle presentazioni dei libri firmati dalla Chiocciola e alla lettura quotidiana dei giornali. Torna anche la Casa della Biodiversità che, oltre agli incontri con i produttori, propone un’esposizione di prodotti tipici per conoscere e comprendere meglio gli ecosistemi montani e la loro influenza diretta e indiretta sulla nostra vita. Il programma è disponibile su www.slowfood.it
Sarà la Spagna il paese ospite di questa edizione di Cheese, e gli affinatori Jesus Pombo Lanza e Enrique Ojanguren hanno presentato la loro realtà casearia, evidenziandone tipicità e caratteristiche: “Produciamo formaggi buonissimi ma spesso sconosciuti agli stessi spagnoli. C’è ancora molto da lavorare per farli apprezzare dai consumatori nazionali e internazionali. Venite ad assaggiarli a Cheese”.
«Dedichiamo l’edizione 2015 alla montagna e alle terre alte, troppo spesso in sofferenza. Abbiamo bisogno di cambiare atteggiamento e dare risposte a chi ogni giorno lavora e produce in queste aree, che hanno un impulso produttivo e qualitativo da sostenere e valorizzare. Se vogliamo dare speranza a questi territori dobbiamo investire sui giovani, oltre a migliorare e stimolare l’educazione dei consumatori», ha commentato Gaetano Pascale, presidente Slow Food Italia.
C.d.G.