(I vigneti in Valpolicella)
L’Italia può vantare una superficie vitata di quasi 642 mila ettari. Con questi numeri, è il terzo Paese europeo per estensione dei vigneti dopo Francia e Spagna.
Oltre 341 mila ettari di Dop, 123 mila ettari di Igp e quasi 178 mila ettari di vite per vino comune. Numeri importanti che, però, nascondono un inganno. Dal 1999 ad oggi, infatti, l’Italia ha perso 150 mila ettari di vigneti, solo 4 mila nell’ultimo anno di riferimento. È quanto emerge dallo studio compiuto dall’area Research della banca Monte dei Paschi di Siena.
I principali vitigni in Italia sono il Sangiovese coltivato in 53 mila ettari; il Trebbiano con 37 mila ettari, il Montepulciano con 27 mila ettari; Glera 26 mila ettari; Merlot 23 mila ettari; Pinot grigio 22 mila ettari; Catarratto 22 mila ettari e Chardonnay con 19,7 mila ettari.
Il patrimonio varietale è molto ricco e particolarmente “regionalizzato”. I dati dell’ultimo inventario menzionano circa 90 varietà che coprono circa il 77 per cento della superficie totale italiana vitata. Le varietà che superano i 20 mila ettari sono sette, mentre quelle tra 10 mila e 20 mila sono 8. Queste varietà nel complesso rappresentano il 52 per cento dell’intero patrimonio vitato in produzione.
La regione italiana con la maggiore superficie vitata è la Sicilia con 101 mila ettari; segue la Puglia con 88 mila ettari ed il Veneto con 80 mila ettari. La Toscana è quarta con 51 mila ettari, ma è la regione con la superficie maggiore a doc, Docg, Dop, seguita dal Veneto con 50 mila.
Nella classifica per estensione delle superfici, quinta l’Emilia Romagna, seguono Piemonte, Abruzzo, Sardegna, Campania, Friuli, Lombardia, Lazio, Marche, Umbria. Provincia di Trento, Calabria, Molise, Provincia di Bolzano, Basilicata, Liguria e Valle d’Aosta.
C.d.G.