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L'evento

La Masterclass di Robert Parker a New York: in degustazione due vini italiani da 100/100

04 Giugno 2015
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Monica Larner: “Ma in Italia manca il coraggio di dare il voto massimo ai vini che lo meriterebbero. In Francia e Spagna è più facile ottenerlo”


(Robert Parker)

Un evento importantissimo e favoloso.

Non usa giri di parole Monica Larner nel presentare di “A Taste of Greatness”, la masterclass del “Robert Parker Grand World Tour”, di scena il 26 giugno al Mandarin Oriental di New York.
Una degustazione esclusiva e per i pochi che potranno sborsare 695 dollari, tanto costerà il biglietto d’ingresso. Ma Monica Larner continua: “Ci sarà un pubblico colto e molto preparato – spiega -. È la terza volta che partecipo ad una tappa del tour dopo Singapore e Londra. E nella capitale britannica ho riscontrato la presenza di gente molto preparata. Cosa che mi aspetto anche qui”.

E l’occasione è senza ombra di dubbio quella che capita una volta sola. Perché Robert Parker, con la “editor in chief” di “The Wine Advocate”, la Master of Wine Lisa Perrotti-Brown, la responsabile dell’Italia Monica Larner, e Jeb Dunnuck che si occupa della Francia (Rhone Valley e Languedoc-Roussillon), della California e dello Stato di Washington, presenteranno 7 vini da 100/100: i californiani Sine Qua Non Ode to E Grenache 2004 e Hundred Acre Vineyard Ark 2007, i francesi Domaine la Barroche Pure 2005 e Chateau Pontet Canet 2009, e l’australiano Clarendon Hills Astralis 2010. E ci saranno anche gli italianiCasanova di Neri Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2010 e il Marroneto Brunello di Montalcino Madonna Delle Grazie 2010. Inoltre saranno degustati Chateau Leoville-Las Cases 2009 (98+) ancora dalla Francia, l’Henschke Mount Edelstone 2010 (97+) dall’Australia, ed il Kumeu River Hunting Hill Chardonnay 2012 dalla Nuova Zelanda.

L’Italia è capace di grandi vini, al pari di Francia e Spagna – dice la Larner -. Solo che qui manca il coraggio di dare il voto massimo. Ecco, io credo che quando un vino sia perfetto, bisognerebbe assolutamente sbilanciarsi e dare il voto massimo”. Poi la Larner conclude: “Sarà difficile stupire gli americani in questa degustazione – dice -. Ormai sono preparatissimi sul mondo del vino italiano. Conoscono anche i vitigni piccolissimi e sanno apprezzare le produzioni particolari. Il vino italiano in America è molto apprezzato e ricercato grazie ad una rete di venditori molto attiva”.

C.d.G.