Glera extradry.
Il mondo delle denominazioni dei vini è spesso abbastanza complicato. I francesi sono i maestri in queste complicazioni che, visto il successo che conseguono, ben vengano. Una piccola complicazione coinvolge le denominazioni del Prosecco, che infatti ottiene un enorme successo tanto da essere il vino italiano più esportato nonchè lo spumante che ha superato per numero di bottiglie quelle blasonate degli Champagne.
Cerchiamo di spiegare come funziona il Prosecco, prodotto in Veneto e in Friuli. Vino antichissimo, che prende il nome dal Castello di Prosecco, deve essere fatto per almeno l’85% di uve Glera e può essere tranquillo, frizzante e spumante. Ha ottenuto la DOC a partire dal 1969, la DOCG per alcune zone dal 2009. Riepilogando, il Prosecco DOC si produce nella maggior parte del Veneto e del Friuli, alla cui estremità c’è il Prosecco DOC Trieste; attorno a Treviso c’è il Prosecco DOC Treviso, al cui interno troviamo le piccole aree del Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG e dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG. Ma lo capirete meglio dalla mappa che segue.
Come se non bastasse all’interno del Valdobbiadene Superiore DOCG insistono i 106 ettari della collina di Cartizze che producono il Prosecco Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG.
Della miriade di produttori, piccoli e grandi, del Prosecco ci occupiamo di Montelliana, una cantina sociale che nasce nel 1957, gestisce 600 ettari di vigne di 380 soci, che si pone l’obiettivo di fare qualità a cominciare dalle quantità medie di uve prodotte, in un contesto caratterizzato da forti produzioni. Qualità che significa seguire i vari produttori durante la coltivazione, selezionare le uve, controllare costantemente in laboratorio, utilizzare moderni mezzi di comunicazione come gli SMS che sono inviati ai vignaioli per indicare il momento di un trattamento, di una cura colturale.
La cantina è a Montebelluna e i terreni anche nei comuni di Asolo, Maser, Monfumo. Chiaramente è il Prosecco che occupa la maggior produzione con addirittura 38 etichette nelle varie denominazioni e formati. Un totale di 9 milioni di bottiglie prodotte, di cui oltre la metà appunto di Prosecco e l’export ne copre già oltre la metà. Il presidente è Andrea Dalla Porta, gli enologi: Omar Girotto e Nicola Frozza.
Degustiamo uno dei top: l’Asolo Prosecco Superiore DOCG Extradry nel formato classico da 75 cl. Di questa denominazione Montelliana fa anche il Millesimato, il “57” per ricordare l’anno di nascita della cantina, il Brut, il Frizzante Spago e il Frizzante Tappo Fungo, il Cornaro, ed altri.
Le uve provengono principalmente dalle stesse vigne, a seguito di un’attenta classificazione delle stesse. Il metodo è il solito Charmat di un Prosecco.
Versiamolo nel calice non troppo stretto e ne ammiriamo il colore paglierino con lievi trasparenze ramate e il perlage molto fine e resistentissimo. Al naso coinvolge con una cesta di agrumi, tanti agrumi, poi fiori di campo con alcuni secchi; profumato senza eccedere, franchissimo, invitante. Al palato le bollicine sono fini, delicate, il dolce dell’extradry quasi non si avverte, sembra un brut solamente un puntino più suadente. Molto fragrante, di bella acidità, un finale addirittura un filino amarognolo. Appassionante.
Per gustarlo è perfetto come aperitivo specie se non si amano gli spumanti secchi, molto buono con i crostacei, anche crudi, e si può osare senza patemi anche a tutto pasto. Praticamente universale. Sono 80.000 bottiglie che stapperete con 12 euro e a molto meno se le acquistate nel punto vendita della cantina.
Cantina Montelliana |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |