Tra gli obiettivi, anche l'espansione dei vigneti di Sauvignon e Gewurztraminer
(Uno dei banchi di assaggio dei vini dell'Alto Adige)
Per i grandi bianchi dell’Alto Adige, Milano è una piazza importante.
La conferma arriva dal direttore del Consorzio Vini Alto Adige, Werner Waldboth che ha guidato un gruppo di 15 aziende altoatesine nel capoluogo lombardo dove, con i sommelier dell’Ais, ha presentato e fatto degustare Pinot bianco, Sauvignon e Gewurztraminer.
Con l’organizzazione di una sorta di verticale di annate comprese tra il 2005 e il 2013, a cui hanno preso parte tre viticoltori, Alessandro Righi della Cantina San Pauli, Paul Tauferer della Cantina Kurtarsch-Cortaccia ed Elena Walch che ai fortunati partecipanti (la sessione era riservata, ndr) hanno fatto degustare due millesimi differenti per ogni cantina in modo da poter valutare ed apprezzare non solo le caratteristiche tipiche dei tre vitigni, ma anche il potenziale evolutivo dei vini che ne derivano.
(Il direttore del consorzio Vini Alto Adige, Werner Waldboth)
Un’area che “grazie alle caratteristiche del territorio, al sapiente lavoro dei nostri viticoltori e alla grande variabilità dei microclimi ai quali sono esposti i nostri vigneti, è la culla ideale per oltre 20 diversi vitigni – spiega Waldboth – con Pinot bianco, Sauvignon e Gewurztraminer proposti in degustazione che danno vita a vini di grande personalità, solitamente consumati entro pochi anni dalla immissione sul mercato, ma che sono invece capaci di regalare piacevoli sorprese dopo un periodo di invecchiamento”. Tant’è che la Weingut Niklas ha proposto un corposo e armonioso Pinot bianco riserva Klaser 2005 dal retrogusto eccezionalmente fresco e Alois Lageder il fresco e corposo Haberle 2006 con spiccati sentori di mela e pesca mentre la tenuta Kornell e la Cantina Kurtatsch-Cortaccia hanno versato nei bicchieri Sauvignon del 2007 di bella struttura e gradevole acidità e della stessa annata Weinhof Kobler ha esordito con uno speziato Gewurztraminer riserva Atisis dal bouquet molto fresco. Due i vini del 2008: il Sauvignon Premstaler della Kellerei Kaltern Caldaro e il Gewurztraminer riserva Exilissi del Baron Di Pauli.
(ll delegato meneghino dell’Ais, Hosam Eldin Abou Eleyoun)
Piccola terra l’Alto Adige del vino, ma quello che si imbottiglia tra Bressanone e Salorno è di ottima qualità, facendone una delle aree vitivinicole fra le più affascinanti e ricche d’Italia. E con le tre interpretazioni di bianchi presentati a Milano, l’Alto Adige si conferma anche regione bianchista per antonomasia. “Peccato che sono solo 1.500 ettari i vigneti destinati a Pinot bianco, Sauvignon e Gewurztraminer”, commenta Waldboth che anticipa anche l’intenzione del Consorzio di replicare l’evento milanese a Bologna e a Roma, dopo la pausa estiva, però. E così, dopo Milano, ritenuta piazza difficile e comunque importante per le vendite del 70% della produzione altoatesina destinata al mercato nazionale, l’obiettivo del Consorzio adesso è di spingersi sempre più a Sud e contestualmente ampliare l’area viticola destinata a Pinot bianco (attualmente 518 ettari), a Sauvignon (365 ettari) e Gewurztraminer che prende il nome da Termeno dove il vitigno fu piantato la prima volta nel 1848 e che adesso si estende su 572 ettari.
La missione milanese, comunque è stata molto soddisfacente. E uno dei più soddisfatti è proprio il delegato meneghino dell’Ais, Hosam Eldin Abou Eleyoun, che con i banchi d’assaggio che organizza a Milano, contribuisce a far conoscere meglio i territori italiani a più forte vocazione vitivinicola e, nello stesso tempo, a fare degustare i grandi vini d’Italia.
M.P.