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L'evento

Tra arte e buona cucina, Feudo Arancio e Rotari presentano le loro due nuove creature

14 Maggio 2015
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(I tre chef della serata: Francesco Scarpulla, Michela Lareddola e Gaetano Billeci)

Il vino tra scultura, archeologia, numismatica, filatelia e più di 40.000 volumi della Fondazione Banco di Sicilia. Questo il filo conduttore per la presentazione degli ultimi gioielli delle collezioni vinicole Feudo Arancio e Rotari del gruppo Mezzacorona, al Palazzo Branciforte a Palermo, sede della Città del Gusto del Gambero Rosso.

La serata ha avuto inizio con un benvenuto di grande piacevolezza, dato dalle note aromatiche del Rotari Alpe Regis Pas Dosè, ottenuto da una selezione di uve Chardonnay coltivate in collina e raccolte a mano a maturazione avanzata, per avere vini base con acidità più controllata, ma ancora fragranti in termini di freschezza. Affinato sessanta mesi sui lieviti, privo di liquer d’expedition, si caratterizza per nuda eleganza e finezza, forgiato così com’è dal clima montano delle Dolomiti.


(AlpeRegis Pas Dosè di Rotari)

All’interno delle mura di Palazzo Branciforte, un unicum architettonico sospeso tra passato e presente, il vino è stato dunque protagonista assoluto. In degustazione esclusiva anche una seconda novità Feudo Arancio, l’azienda siciliana con 600 ettari vitati tra Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento ed Acate, in provincia di Ragusa. Parliamo di Tinchitè Rosè 2014, un Frappato in purezza, mosso, fruttato ed intrigante. Oltre al vino, la serata ha dato spazio alla creatività di tre “vulcanici” chef del Gambero Rosso, Gaetano Billeci, Francesco Scarpulla e Michela Lareddola, i quali hanno fatto degustare al pubblico dei winelover originali finger food, sapientemente abbinati ad altri vini Feudo Arancio.


(Tinchitè Rosè 2014 di Feudo Arancio)

Ad aprire la golosa serata, la parmigiana in tre dimensioni di Gaetano Billeci, una versione delicata ed estiva del piatto tipico delle domeniche in famiglia. In abbinamento il nuovo Tinchitè Rosè, dal colore rosa tenue, un po’ mosso, capace di esaltare la dolcezza e il gusto siciliano della parmigiana. A seguire, la Cevice di gambero con mandorle tostate e la zuppetta di lenticchie al curry con cozze e vongole, due creazioni dello chef Scarpulla, frutto dei ricordi ereditati dai suoi viaggi in giro per il mondo. In abbinamento, il fresco ed estivo Tinchitè Grillo, vino giovanissimo e moderno per finalità e peculiarità, e Dalila, blend di Grillo e Viognier.

Altro finger sfizioso, la porchetta secondo me, di Gaetano Billeci, cotta a bassa temperatura per 18 ore e arricchita da una delicata purea di pere, in abbinamento a Cantodoro, un intrigante vino fruttato dalle note tipiche di more, lamponi, ribes e spezie, frutto di un blend da uve Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon. Per concludere in dolcezza, la mousse di pere e caramello, ideata dalla giovane chef Michela Lareddola, un dolce delicato, impreziosito da passito Hekate Feudo Arancio, con il suo bouquet ricco di fiori secchi di camomilla, pesca bianca, albicocca disidratata, miele d’acacia ed erbe aromatiche. 

Francesca Landolina