(Il passaggio delle Frecce Tricolori durante l'inaugurazione)
da Milano, Michele Pizzillo
L’enfasi di Matteo Renzi, dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli: l’Italia sé desta siam pronti a dare la vita. E quindi, dall’Expo parte il futuro del Paese a dispetto dei professionisti del “non ce la faremo mai”.
Prima del Presidente del Consiglio dei ministri, alla cerimonia di apertura dell’esposizione universale che com’è noto si protrarrà sino al 31 ottobre prossimo, hanno parlato il commissario unico Giuseppe Sala, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e, in collegamento tv dalla Città del Vaticano, Papa Francesco.
Erano presenti l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i ministri Alfano, Martina, Poletti e Gentiloni.
(Papa Francesco collegato in diretta da Città del Vaticano)
Per Sala il grande giorno è arrivato e, quindi siamo pronti per un confronto serio, aperto, costruttivo per assicurare la tranquilla esistenza delle persone, visto che l’Expo milanese ospita 54 paesi con padiglioni singoli ed altri allocati nei nove cluster tematici. Un record. Se poi si aggiunge la pari dignità assicurata alle organizzazioni non governative e la Carta di Milano, possiamo dire che Expo è già un successo.
“Milano e l’Italia si sono svegliati con uno straordinario Primo maggio – ha detto Pisapia -, visto che potranno parlare a tutto il mondo per dire che la fame non è una fatalità e che tutti ci dobbiamo impegnare per eliminare i privilegi di pochi a scapito dei meno fortunati. Ma, anche, per far conoscere una città solidale qual è Milano”.
(La Madonnina ad Expo)
Anche per Maroni Expo è già un successo e per di più per la regione più agricola d’Italia che è anche ricca di monumenti e bellezze paesaggistiche che avranno l’opportunità di valorizzare il territorio. “Speriamo che i turisti che arriveranno per Expo, tornino di nuovo”, ha detto Maroni.
Ci pensa Papa Francesco, a nome del popolo di Dio, ad augurarsi prima di tutto che Expo sia il punto di partenza per una seria politica di globalizzazione della solidarietà e poi che i temi di questa manifestazione non restino solo sulla carta. Anche perché, il paradosso dell’abbondanza persiste ancora e serve un cambiamento di mentalità per assicurare a tutti una vita dignitosa.
(Letizia Moratti)
In sintesi, queste le voci ufficiali dell’inaugurazione di Expo 2015 sul tema “Nutrire il pianetta. Energia per la vita”. Che ha registrato momenti di commozione quando gli oltre 2.000 ospiti presenti nell’anfiteatro del Palazzo Italia, non ancora completato, alla cerimonia di inaugurazione della manifestazione, sono stati invitatati ad alzarsi in piedi perché cinque operai stavano entrando con la bandiera italiana consegnata ai Carabinieri per essere issata affianco a quella dell’Europa. A cui è seguito l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte di un coro formato da adulti e da ragazzi di una scuola media di Milano. Poi sono arrivate le Frecce Tricolori a completare un quadretto senz’altro commovente.
Renzi, che per la verità non è stato accolto da un applauso fragoroso, ha rivolto l’omaggio ai lavoratori impegnati nel cantiere-Expo e la solidarietà agli uomini impegnati ad assicurare la sicurezza di tutto. Era presente anche l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli.
(L'intervento del Premier Renzi)
A differenza di chi lo ha preceduto, Renzi ha voluto ricordare anche altre due persone che hanno contribuito ad assicurare a Milano l’esposizione universale, Letizia Moratti l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dimenticandosi (volutamente?, ndr) di Romano Prodi.
Poi Renzi, con un autista d’eccezione come Giuseppe Sala, ha fatto il giro dell’area espositiva e non sappiamo se ha visitato anche la parte di cantiere ancora aperto ed i padiglioni ancora sbarrati specialmente quelli nelle aree decentrate cioè che non si affacciano sul Decumano, la via centrale del sito espositivo. Fa impressione, però, la casa del pane, sul Decumano, chiusa, per una manifestazione che incita a nutrire il pianeta. Insomma, il primo giorno la macchina organizzativa è sembrata muoversi un po’ a fatica. Da ottimisti, dobbiamo sperare che vada subito a regime.
Le impressioni della gente – non molta per la verità, forse anche a causa dell’inclemenza del tempo che non ha agevolato chi ha voluto visitare l’Expo il primo giorno (anche se gli organizzatori parlano di 200 mila presenze, esagerate secondo il nostro punto di vista, ndr)– quali sono? I più saggi dicono: aspettiamo il 31 ottobre per fare il bilancio. Adesso crediamoci, e sosteniamo questa iniziativa che ci si auguri porti benessere.
Piccolo appunto: i prezzi da noi riscontrati nei ristoranti, nelle pizzerie e nei bar attorno all’Esposizione, sono superiori alla media che di solito si registra in città.
C.d.G.