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L'evento

La cucina italiana un bene da tutelare. A Milano un progetto dall’1 giugno ad Expo

18 Aprile 2015
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(Le saline di Trapani)

da Milano, Michele Pizzillo

Che il cibo sia una forma d’arte ne siamo ormai tutti convinti. Pertanto, va tutelato così come si dovrebbe fare con ogni opera d’arte o luoghi storici che ci rammentano il passato, specialmente quello di cui bisogna andare fieri.

Riteniamo che queste constatazioni siano alla base del progetto che l’Associazione “La Tavola Italiana” fondata da Stefano Goracci con l’obiettivo di tutelare il territorio “avendo cura dell’ambiente, delle tradizioni e della storia che accompagna un determinato prodotto possiamo farne comprendere il valore”. Con questa associazione, infatti, “si vuole essere fra i protagonisti del dibattito generato da Expo aggiungendo però un contributo importante come la valorizzazione della filiera che dal seme fino alla tavola generale la qualità dei prodotti italiani – aggiunge Goracci -. Solo la conoscenza di questa filiera può garantirne la tutela e la continuità di una tradizione millenaria e far scoprire la ricchezza dei frutti della terra e dell’ingegno italiano”.


(La lavorazione dei pizzoccheri)

Il progetto di Tavola Italiana così come anticipato dagli organizzatori dell’incontro in programma il 23 aprile prossimo presso la bellissima Villa San Carlo Borromeo di Senago per presentare l’idea ai rappresentanti delle istituzioni pubbliche e a quelli delle imprese private, si basa su cinque pilastri fondanti: agricoltura, alimentazione, ambiente, artigianato e arte per la prima volta fusi, in un unico percorso, per raccontarci qual è l’origine del nostro cibo e che cosa  gli garantisce la sua unicità. Per evidenziare la validità del progetto, chi parteciperà all’evento del prossimo 23 aprile sarà protagonista di un viaggio che permetterà di scoprire i sapori, i colori, le tradizioni culturali e artistiche di cui è ricca l’Italia. Grazie anche al documentario “Ricchezza. La Tavola italiana” che Claudio Viola ha girato in sette regioni: Sicilia, Puglia, Basilicata, Sardegna, Lazio, Toscana e Lombardia. Il documentarista spera che il suo lavoro “contribuisca ad arricchire il patrimonio culturale del cibo italiano inteso come storia, arte, tradizione, eccellenze enogastronomiche da scoprire e valorizzare.


(Pascolo della Sardegna)

Si tratta di un prodotto originale che racconta in modo non convenzionale la ricchezza dell’agroalimentare e dell’artigianato del territorio italiano”.

Ci penserà poi l’associazione a valorizzare le risorse agroalimentari locali attraverso un programma di eventi promozionali di questi bene artistici continuamente riproducibili. E, infatti, durante l’Expo, a partire però dall’1 giugno e sino al 31 ottobre 2015, l’Associazione proporrà ai delegati dei vari paesi stranieri ospiti dell’esposizione universale ed a un pubblico cosmopolita estimatore di prodotti enogastronomici made in Italy, una vasta gamma di prodotti Dop, Igp, Doc, Docg e di specialità regionali. Che potranno essere degustati nel nuovissimo ed esclusivo roof garden allestito in cima ad un palazzo di corso di Porta Vittoria con vista che spazia dal Duomo al nuovo sky line milanese. Gli appuntamenti enogastronomici si articoleranno in tre fasi: illustrazione degli ingredienti e dei prodotti tipici italiani, preparazione di piatti a base degli stessi prodotti elaborati da chef provenienti dai territori di origine e degustazioni accompagnate dall’illustrazione delle proprietà alimentari, gustative e salutistiche dei prodotti utilizzati in cucina.

La maggior parte di questi eventi verranno svolti in collaborazione con i Gruppi di Azione Locali (Gal) e con i Gruppi di Azione Costieri (Gac) delle Regioni che hanno ospitato le riprese del documentario di Viola.