(Ulivi contrassegnati per essere abbattuti)
Nanovettori pieni di prodotti tradizionalmente usati nell'agricoltura biologica, come ioni rame, ioni zinco, solfato di rame, capaci – una volta inoculati negli ulivi infetti – di raggiungere velocemente e colpire selettivamente la xylella laddove si annida, ovvero negli xilemi, vasi linfatici dalle dimensioni di circa 20 micrometri.
È questo il progetto di ricerca del primo cluster universitario Tapass, acronimo che sta per Tecnologie Abilitanti per produzioni Agroalimentari Sicure e Sostenibili, promosso dall'assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia per dare una risposta all'emergenza xylella e finanziato con 550 mila euro. Il progetto di ricerca, presentato questa mattina a Lecce nella sede di Ecotekne, vede la partecipazione di un team di ricercatori delle università di Bari, Foggia e Lecce, Cnr e del centro di Ricerca e sperimentazione Basile Caramia.
“Stiamo progettando la realizzazione di un mezzo che può essere iniettato all'interno degli ulivi secolari o delle piante e agire come contrasto all'infezione batterica. – spiega all’Ansa Giuseppe Ciccarella, ricercatore dell'Università del Salento – Quindi andremo a sviluppare metodologie utilizzando del materiale assolutamente bio compatibile che possa agire da vettore, selettivo verso il batterio. Lo abbiamo già sperimentato su piccole piante in laboratorio e i risultati sono confortanti”. Il progetto di ricerca nasce dalla pressante richiesta avanzata sin dall'agosto scorso da Coldiretti Puglia che ha sollecitato l'assessore regionale al ramo Loredana Capone presente oggi all'incontro di presentazione del progetto – a finanziare un cluster tecnologico universitario mirato all'emergenza xyella. Il finanziamento regionale però “non sarà sufficiente a sostenere l'intero progetto e che sarà alimentato dalla raccolta fondi portata avanti dalla stessa Coldiretti anche attraverso la piattaforma di crowdfunding”.