LA SAGRA
Dal 4 al 6 luglio a Salina il Fish Fest. In programma un convegno, serate gastronomiche, spettacoli, escursioni con i pescatori e gare di cucina
Dedicato
al pesce
In estate, le isole Eolie, come d’altronde tutti i luoghi di mare, sono un richiamo irresistibile, una promessa di lunghe giornate oziose in una caletta o su una piccola barca, e di serate in compagnia, a mangiare ottime pietanze a base di pesce accompagnate da buon vino, a guardare le stelle, onorare il rito dello struscio (laddove esiste un corso o una piazza adatta alla bisogna) e magari fare quattro salti nei locali – pochi – dedicati a quest’attività.
Non c’è dunque bisogno di nessun pretesto per andare nell’arcipelago, ma se proprio lo volete, posso suggerire, dal 4 al 6 luglio, il Salina Fish Fest: uno, perché è una manifestazione che celebra il pesce, anzi meglio, la squisita cucina a base di pesce che è da sempre l’orgoglio del Mediterraneo (trovate tutto il programma – che comprende un convegno, serate gastronomiche e “atelier del gusto”, spettacoli, escursioni con i pescatori, gare di cucina, ecc. – sul sito www.salinafishfest.it ); due, perché si svolge a Salina che, fra le Eolie, è una delle mie preferite.
Lo confesso subito: non amo le solitudini implacabili e quindi ad Alicudi e Filicudi non ho mai messo piede. Temo che, come Gerardo in Caro Diario di Moretti, mi ritroverei a fuggire urlando, invocando un televisore – elettrodomestico che peraltro, in generale, non apprezzo tanto. O forse è stato proprio il film a condizionarmi, chi lo sa. Non me ne vogliano gli estimatori delle vacanze “Natura tout cour” – magari i miei sono solo pregiudizi. Anche perché devo ammettere che Stromboli mi è piaciuta tantissimo, e non si può certo definirla mondana – a meno di non avere amicizie sufficientemente altolocate da essere ammessi alla corte dei vari Dolce & Gabbana che hanno fatto dell’eoliana il proprio buen retiro.
Comunque sia, e come già detto, Salina è una delle mie isole preferite. È verde, il che a mio modo di vedere è sempre un bene, perché alberi e cespugli offrono una certa garanzia di frescura. È tranquilla senza essere un romitaggio. L’ottima gastronomia isolana prevede il sapiente utilizzo anche di prodotti “della terra”, visto che la tradizione agricola è ben radicata e si sposa con armonia a quel che proviene dall’attività dei pescatori (ben ne avete potuto leggere su Cronache di Gusto della scorsa settimana!). Ci sono tre graziosi paeselli e la presenza umana è una faccenda piuttosto antica, sicché c’è anche “qualcosa da vedere”, come l’area archeologica di Portella, con il villaggio dell’Età del Bronzo; il Museo dell’Emigrazione, che narra le spesso drammatiche vicende dei migranti che da qui partirono alla volta dell’America e soprattutto dell’Australia; la chiesetta del Terzito, in mezzo ai vigneti, con la sua graziosa Madonna col campanello in mano; le grotte dei pescatori a Pollara, ai piedi della ciclopica parete lavica che si getta in mare (attenzione: la spiaggetta di ciottoli, che tanti ricorderanno per avervi visto passeggiare Massimo Troisi e Philippe Noiret in una memorabile scena di Il Postino, non è accessibile, per il pericolo di caduta massi). Mare molto bello, come lo è sempre intorno alle Eolie, da esplorare preferibilmente con una piccola imbarcazione, per fare il periplo dell’isola ed essere sicuri di non perdersi neanche uno scorcio della bella costa, dalla spiaggia e le grotte artificiali di Rinella, al litorale presso Lingua e alla Grotta di Racina.
Anche questa volta, per chiudere, voglio consigliarvi una chicca da non perdere: il piccolo bar Alfredo, a Lingua, è il regno delle granite. I gusti sono tanti, dai più classici ai più innovativi, sempre ottimi.
Maria Cristina Castellucci