Le esportazioni italiane chiudono il 2014 facendo registrare il record storico per le esportazioni di prodotti agroalimentari e bevande nazionali raggiungendo il valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente.
È quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel 2014, dalla quale si evidenzia che l’Italia si presenta all’appuntamento dell’Expo con un ottimo biglietto da visita. Un risultato ottenuto – sottolinea la Coldiretti – nonostante le difficoltà che si sono registrare a seguito dell’embargo russo che ha sancito a partire dall’8 agosto il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce. A spingere le esportazioni è stata invece – precisa la Coldiretti – la caduta del tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro con effetti sopratutto per il mercato Usa dove le spedizioni divino italiano hanno superato abbondantemente 1,1 miliardi di euro nel 2014. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea ma il Made in Italy va forte anche nelle Americhe e nei mercati emergenti come quelli asiatici.
Il prodotto Made in Italy più esportato è il vino, ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva.
“Con questi risultati sul commercio estero l’agroalimentare si conferma una leva competitiva determinante per far uscire l’Italia dalla crisi” – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “all’estero il vero nemico sono le imitazioni low cost dei cibi nazionali che non hanno alcun legame con il sistema produttivo del Paese. L’agropirateria internazionale sui prodotti italiani vale 60 miliardi con quasi due prodotti alimentari i tipo italiano su tre che sono falsi, dal Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada,dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane.
C.d.G.