Primitivo Salento IGT.
Di questa tenuta che da monastero diventò Château in quanto acquistato da francesi e che dall’inizio del secolo scorso è di proprietà della famiglia Seracca Guerrieri l’interessante storia potete leggerla QUI.
Della famiglia, Vitantonio si occupa della campagna da quando aveva 15 anni, il figlio Luigi è responsabile della produzione e vendita, la sorella Vittoria aiuta la madre nell’attività di ricezione.
Luigi Seracca Guerrieri
Oggi sono 200 ha di cui 140 a vigneti, coltivati biologicamente, a prevalenza di bacca rossa di Primitivo, Malvasia Nera, Negramaro; il Castello è diventato anche sede turistica e di eventi, banchetti e wine experience con tour guidati in vigneto e in cantina dove si degustano i vini, un wine-shop che vende anche i prodotti del territorio, un museo del vino, 5 comode camere, tutto in territorio di Salice Salentino.
Altro possedimento di 50 ha nei terreni sabbiosi di Tuturano (Br) dove ci sono i bianchi e a Trepuzi (Le), sul calcare, dove c’è il Negramaro. A parte il Salice Salentino tutti i vini sono di monovitigno ed in totale sono circa 2,5 milioni di bottiglie, la metà nella linea base Feudo Monaci che va anche nella GDO. Mercato principale è l’estero. La linea di prestigio Castello Monaci comprende 13 etichette tra le quali l’ultimo nato Moscatello Selvatico Passito. Da una decina d’anni una joint venture col Gruppo Italiano Vini (GIV) ha consolidato il successo della commercializzazione dei vini.
Noi oggi degustiamo l’Artas 2011, penultima annata in commercio, l’esclusiva etichetta top, fatto di solo Primitivo, lo stesso del Manduria che però non può assumerne la denominazione DOC perchè al di fuori dell’area. La vigna da cui è ricavato è la più vecchia, allevata ad alberello, in terreni rossi, sassosi, ricchi di scheletro ed è nelle immediate vicinanze del Castello. Artas prende il nome dal principe del 400 a.C. dei Messapi, antico popolo della Puglia. L’annata 2011 nella regione è stata particolarmente secca e calda per cui la vendemmia è stata anticipata a settembre con una resa di 60 q/ha.
Le uve sono raccolte a mano nelle prime ore del mattino, e nella cantina il prodotto appena pigiato è subito mantenuto freddo per alcuni giorni allo scopo di preservare tutte le caratteristiche intrinseche del Primitivo. La vinificazione, con lieviti selezionati e con una macerazione di circa 15 giorni, si caratterizza per un utilizzo sapiente di rimontaggi frequenti, ma non invasivi, e per esperti giochi di temperature. Il vino, dopo la fermentazione malolattica, va a maturare circa 6 mesi in barriques e 6 mesi in botti grandi. Segue poi un affinamento di almeno ulteriori 6 mesi in vetro. Enologo è Leonardo Sergio.
Nel calice il colore è quasi granato con riflessi viola-rubino. All’olfatto spicca immediatamente una sensazione di armonia, di complessità dove si notano sentori di confettura di frutti di bosco e di amarena sotto spirito, di pepe, di balsamo e di poca erba secca. Ammaliante, fine, perfettamente franco. Al gusto è fruttato, pieno, corposo, equilibrato con eccellenti tannini morbidi e una buona acidità, invoglia a berne lasciando un retrogusto di frutta matura lunghissimo. Vino dalla doppia personalità: più tannico e vivace appena versato nel bicchiere, morbidissimo se ossigenato a lungo. Un grande vino che ha già raggiunto la piena maturità.
Come vino rosso abbinatelo come volete e possibilmente godetelo in salotto. Noi lo abbiamo accompagnato ad una gateau di patate, ad una cotoletta e si sposa perfettamente al suo contorno di patate fritte in olio extravergine. Sono 10.000 bottiglie al prezzo di 20 euro.
Castello Monaci |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |