L’olio extravergine Igp Sicilia è una realtà. La notizia è stata diffusa poco fa.
“Sono particolarmente soddisfatto per questo prestigioso riconoscimento che riguarda una delle produzioni più importanti della Sicilia e l'alimento principe della dieta mediterranea”.
Così si è espresso Maurizio Lunetta presidente del comitato promotore dell'olio Igp Sicilia: “Un risultato che corona un lungo e difficile lavoro per il quale ringrazio tutti coloro che insieme al comitato promotore si sono impegnati, dall'Assessorato Regionale Agricoltura ai Consorzi di tutela siciliani dell'olio Dop”.
La Sicilia è la seconda regione, dopo la Toscana ad aver ottenuto il riconoscimento dell'Indicazione geografica protetta.
(Maurizio Lunetta)
“L'olio extra vergine è un prodotto simbolo della Sicilia – ha aggiunto Lunetta – che rappresenta più di 100 mila aziende, 500 frantoi, 150 mila ettari di superfici con una produzione media di 500 mila quintali di olio annui”.
Già dalla prossima campagna, l’olio potrà avere in etichetta la denominazione “Sicilia” ma solo per commercializzazione nel territorio nazionale. Per l’estero, bisognerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Europea che di solito, avviene entro un anno.
Il disciplinare è ormai pronto ed è in questo momento sottoposto al Comitato di controllo scelto, che è l’Irvo, l’istituto regionale Vini ed oli di Sicilia: “Questo riconoscimento darà un valore aggiunto all’olio siciliano – dice Nino Di Giacomo, commissario straordinario dell’Irvos -. Le dop Sicilia non sono riuscite ad imporsi nel mercato. L’igp darà loro una connotazione più forte. Non ci faremo trovare impreparati e predisporremo tutto affinchè il ministero a Roma possa ricevere tutto nel più breve tempo possibile per l’approvazione definitiva”.
(Nino Di Giacomo)
Intanto l’Irvos sta prediponendo anche una sede operativa per le certificazioni Igp che sarà realizzata tra Sciacca e Castelvetrano: “Questo non vuol dire – conclude Di Giacomo – che stiamo annullando altri centri di eccellenza siciliana di produzione di olio. Ma riteniamo che sia proprio una zona importante, come questa dal punto di vista di produzione di olio, ad essere il polo per la certificazione Igp”.
L'olio extravergine Igp Sicilia potrà essere prodotto con olive di varietà locali, dalle più note Biancolilla, Nocellara del Belice, Nocellara dell'Etna, Tonda Iblea, Cerasuola alle meno conosciute, ma localmente presenti come Brandofino, Minuta, Santagatese e altre. Le olive dovranno essere raccolte e spremute esclusivamente in Sicilia e l'olio dovrà essere imbottigliato entro i confini della regione. L'indicazione Sicilia in etichetta garantirà il consumatore sulla origine certa dell'olio extravergine di oliva e sulle principali caratteristiche qualitative controllate.
(L'assessore Nino Caleca)
Molto soddisfatto l’assessore regionale della Sicilia all’Agricoltura Nino Caleca: “Un fatto importante per l’olio siciliano. Chi sceglie la certificazione della qualità sarà premiato, non solo dal mercato, ma anche dall’assessorato, perchè come politica puntiamo a privilegiare chi sceglie le vie delle certificazioni e delle qualità”.
Contento Manfredi Barbera, uno dei produttori di olio più noti e capo di una grande azienda: “Si tratta di un grandissimo successo – dice – perché consentirà a tutte quelle zone esiliate da una politica cieca ed inconsapevole di entrare a far parte di un circuito virtuoso. Le Dop, così come sono state create, non fanno bene a nessuno. Sin dalla nascita di questi disciplinari, avevo auspicato la creazione di una Igp Sicilia, ma ero stato messo da parte ed emarginato. Le Dop hanno paura? Sono paure infondate. Credo, invece, che l’Igp potrà valorizzare ancora di più quelle produzioni di nicchia della Sicilia, che nel bene o nel male è un brand molto conosciuto”.
(Manfredi Barbera)
Barbera, inoltre aggiunge: “Cercheremo di fare snellire quanto più possibile le pratiche burocratiche in modo tale da creare una sorta di passaggio quasi automatico per quei produttori che hanno già la Dop all’Igp Sicilia, senza perdersi in registri, domande, mail e pec”.
Soddisfatto anche Gino Catania, presidente del consorzio Dop Monte Etna: “Un riconoscimento che vedo in maniera positiva – dice – perché finalmente si può lavorare per valorizzare l’olio siciliano, che può rappresentare l’identità della nostra terra e l’eccellenza del nostro patrimonio territoriale. Ora lavoreremo per la promozione all’estero dell’Igp Sicilia”.
(Alessandro Chiarelli)
Il riconoscimento è accolto in maniera positiva anche da Alessandro Chiarelli, presidente della Coldiretti Sicilia: “Ci abbiamo lavorato tanto – dice – e ritengo che l’Igp sia uno dei pochi modi per proteggere l’olio siciliano. Un disciplinare è sempre un fatto positivo purchè non crei oneri ai produttori. E questo non ne crea”
(Lorenzo Piccione)
Non tutti sono d'accordo però. E c'è chi ritiene il riconoscimento dell'Igp come una nota stonata. Come Lorenzo Piccione, patron di Pianogrillo a Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa e produttore di un olio eccellente. “Igp Sicilia vorrà dire altre procedure burocratiche, scartoffie, registri, rotture di scatole di cui francamente faremmo volentieri a meno – dice -. Ora bisognerà capire come funziona. Se potessi vendere tutto ad un russo, lo farei immediatamente. Qui, ogni giorno se ne inventano una: cambiano le etichette, i tappi anti rabbocco, ora cambia la normativa. Il mercato se ne frega di queste cose. L’80 per cento della gente non sa niente di doc, dop, igp. Le etichette non le legge nemmeno”.
G.V.