Nero d’Avola IGT Sicilia.
Era il lontano 1952 quando l’allora giovane conte Paolo Marzotto vinse al volante di una Ferrari la Targa Florio. Anni dopo decise di affiancare all’attività tessile di famiglia quella di produttore di vino, che l’affascinava, e siccome la Sicilia era rimasta nelle sue corde e desiderava partire col piede giusto aspettò anni per trovare dei terreni che potessero rappresentare quanto di meglio la Sicilia potesse esprimere nella viticoltura.
Paolo Marzotto
Così tra il 1997 e il 1999 acquista due bei poderi, uno in contrada Pianetto di Santa Cristina Gela (Pa), l'altro a Baroni in comune di Noto (Sr). Era particolarmente interessato agli esistenti vigneti che migliorati, reimpiantati e implementati hanno formato l'attuale azienda Baglio di Pianetto.
A Pianetto siamo in montagna, ad oltre 600 metri ed oggi degli 88 ettari 61 sono in produzione e 5 in reimpianto e vi si trova Insolia, Catarratto, Viognier, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon. Invece in contrada Baroni, che poi è più vicina a Pachino che a Noto, i vitigni sono Nero d’Avola, Frappato, Syrah e Moscato di Noto in terreni a pochi metri sul mare, in un clima caldo e assolato e terreni poveri, sassosi, ricchi di calcare; 70 ettari di cui 38 vitati dove si sta incrementando specialmente il Moscato. Vigneti condotti dal 2010 dall’agronomo Fernando Schepis secondo le metodiche biologiche che permetteranno di certificare i vini biologici dalla prossima vendemmia.
E’ sempre stata convinzione del Conte Paolo che in Sicilia in vero Nero d’Avola, quello più tipico, crescesse bene solo in quei territori per cui a Pianetto non è stato introdotto. E poichè non basta mettere i vitigni adatti nei terreni per fare ottimi vini ecco che le produzioni di uve sono particolarmente ridotte per cui oggi sono solo 550.000 le bottiglie prodotte. Il Conte Paolo si è fatto affiancare nella conduzione da Alberto Buratto, un trevigiano che arrivò in azienda come consulente e che velocemente ha scalato le cariche divenendo prima Direttore Generale per poi arrivare ad Amministratore Delegato.
Alberto Buratto
Con la sua strategia e competenza la produzione si esprime in 14 etichette suddivise in quattro fasce: B.D.P.Y con vini giovani, freschi, moderni; The Origins che rispecchiano il pensiero del fondatore: carattere siciliano ed eleganza francese; Riserve: monovitigni che risaltano l’espressione del vitigno con l’interazione del territorio; Limited Edition vini prodotti in annate di eccezione per esprimere al meglio la qualità che ha fatto di Baglio di Pianetto una delle star nel panorama vinicolo siciliano.
Ed appunto tra le Riserve è racchiuso questo Nero d’Avola 2007 che prende il nome Cembali da un’antica toponomastica di una zona del Notense e che desidera richiamare la raffinatezza dell’omonimo strumento musicale. Vino top ricavato da un vigneto antico ad alberello che ha reso solamente 25 hl/ha per i drastici diradamenti dei grappoli e per la loro selezione finale. Nella seconda metà di settembre vendemmia in due fasi: matura e leggermente surmatura; fermentazione in macerazione per 25 giorni controllandone la temperatura, poi in barriques nuove per 8 mesi in cui si è svolta la malolattica. Successivamente si miscela il vino che va in acciaio per 9 mesi a cui seguono altri 10 in botti grandi. In bottiglia dopo aggiunta di minimi solfiti nel novembre 2011 dove riposa fin ora in quanto è l’ultima annata in commercio.
Versato nell’ampio calice il colore è rubino quasi granato con riflessi porpora, ancora perfettamente vivace ed affascinante. All’olfatto ha bisogno di aria e vi arriva con immediate note di erba secca, di nocciole tostate, di affumicato, seguono le erbe aromatiche, la liquirizia, il pepe, la frutta, non tanta, è di confettura di prugna e di ciliegie. E’ un naso interessante da vino austero, serioso, quasi brontolone, che piacerà tantissimo a chi ama i sentori del legno. Al palato cambia aspetto: da austero diventa inaspettatamente vivace, quasi fresco per la piacevole acidità e per i tannini ottimali, esplode per la grande struttura e l’immensa intensità. Vibrante con un’armonia da record e il retrogusto tostato che rimane. Vino di classe che ha subito l’influenza del mercato che in quegli anni prediligeva i vini fortemente barricati. L’enologo Giuseppe Lo Iacono, a cui si affianca come consulente Marco Bernabei, ci informa che con le annate successive l’influenza dei legni è fortemente diminuita prediligendo le botti grandi e preservando maggiormente le peculiarità del vitigno.
Abbiniamolo anche a piatti impegnativi: rigatoni con salsiccia e finocchietto di montagna, un brociolone o falsomagro al sugo, cacciagione se la capitate, pecorino mediamente stagionato. Sono 13.000 bottiglie che potete acquistare a 26 euro.
Baglio di Pianetto |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |