(Margherita Nistri)
La carenza di lavoro al sud, spinge tanti giovani talenti a prendere decisioni drastiche. Andare a studiare in altre regioni o addirittura all'estero per avere maggiori prospettive di crescita personale e professionale. Ma la regola ha sempre delle eccezioni.
Partire, per ritornare con un ricco bagaglio di idee e “know how” è una scelta coraggiosa dettata dal legame con il proprio territorio. Dopo essersi laureata in lettere a Roma, un master in economia, esperienze all'estero, aver insegnato per alcuni anni a Trento e lavorato con il “Movimento del Turismo del Vino” in Toscana, Margherita Nistri la professoressa con la passione per il vino torna in Puglia. Da tre anni è alla guida della cantina che ha fondato con l'aiuto della sua famiglia, non a caso il motto è: vini di famiglia.
“Non ho saputo resistere al richiamo della mia terra – sostiene Margherita – ovunque fossi, una parte di me si chiedeva come procedono i lavori in vigna, come andrà l'annata? Sono tornata nel mio paese di origine, a Faggiano (Ta), per seguire le orme della nonna materna, prendere le redini della cantina e dedicarmi al miei grandi amori, i miei vigneti e il vino. L'esperienza all'estero ha rafforzato l'idea e la consapevolezza che il mio territorio ha delle potenzialità inespresse, non abbiamo nulla di meno anzi, tanto da offrire e da dire. Il passaggio cruciale è stato durante la permanenza nell'area del Chianti. Lì, ho capito che potevo condurre l'azienda agricola dei miei e dare vita ad un progetto strutturato, non legato alle logiche commerciali. Per me il vino non è una merce. È il risultato di una perfetta armonia tra l'uomo e la natura,è storia, tradizione in quanto tale va valorizzato”.
(Le vigne dell'azienda)
Prosegue Margherita: “Ho sempre spronato i miei alunni a capire cosa vogliono fare da grandi, e a perseverare nel loro obiettivo. La passione è quel fuoco che ti arde dentro, che nel tempo e con la maturità riesci a tirare fuori. Non è da tutti, non la scopri subito, è come una fiammella se non la alimenti non diverrà un fuoco ardente. Ho avuto la fortuna di non soffocarla, ma di farla esplodere in un falò che ancora oggi mi accompagna. L'augurio che faccio a me stessa, ogni giorno è di mantenere sempre vivo il mio entusiasmo. Se fossi rimasta qui avrei dato tutto per scontato. Credo che le donne ricoprano un ruolo importante. Il legame tra donna e territorio è molto più intimo e stretto rispetto ad un uomo, la differenza la gioca la sensibilità. Il mondo del vino è complesso prosegue la professoressa Nistri – soprattutto per chi come me chiude la filiera. La mia è una piccola cantina in crescita, abbiamo una attenzione maniacale per il vigneto, al momento sono in corso attività di riconversione dei vigneti. Produciamo primitivo, negroamaro, malvasia di candia e altre tipologie di uve da taglio che vogliamo sostituire con delle varietà autoctone”.
Al momento la gamma di vini Nistri è composta da: Margò rosato di negroamaro, Mezzetto negroamaro salento, Gesuiti primitivo di Manduria Dop. L'offerta si amplia con l'introduzione del primitivo dolce di Manduria IGP al quale non hanno ancora trovato un nome adatto.
(Il Mezzetto, uno dei vini dell'azienda NIstri)
“Arrivano richieste dall'estero, Polonia in particolare, non punto ai grandi numeri quindi mi rivolgo soprattutto al mercato nazionale. Il nostro è un settore con luci e ombre – conclude Margherita – mi confronto spesso con colleghi e addetti del settore. Mi preme sottolineare che è sbagliato farsi prendere dalle euforie di mercato occorre lavorare sul territorio e puntare sulla sostenibilità ambientale. Le speculazioni come la cementificazione selvaggia, creano guadagno nel breve periodo ma sottraggono terreni fertili all'agricoltura. Tutto parte dalla terra, occorre preservare questa risorsa sostanzialmente e visivamente, per favorire anche il turismo rurale, uno dei miei prossimi obiettivi”.
Annalucia Galeone