Chardonnay in purezza.
Ricci Curbastro è uno dei nomi più noti e di prestigio di Franciacorta e il titolare Riccardo, oltre ad un entusiasta e competente produttore, è stato uno dei promotori di questa prestigiosa Denominazione ormai conosciuta in tutto il mondo per i suoi splendidi spumanti Metodo Classico. L’azienda, col padre Gualberto, fu tra i soci fondatori della Denominazione nel ’67 ed uno dei soci storici del Consorzio di Tutela, nato con la DOC nel 1990, di cui Riccardo è stato Presidente per molti anni a cavallo del 1995 quando ottenne la DOCG.
Riccardo Ricci Curbastro
L’azienda esiste da secoli e la prima bottiglia di vino documentata risale al 1885. Oggi sono 32 ettari di cui 25 vitati in Capriolo di Franciacorta e dintorni dove oltre alla cantina ferve un’attività diversificata mirata all’accoglienza comprendente un museo del vino, un agriturismo, un negozio di antiquariato, Granaio Verde gestito dalla sorella Evelina, nonchè le Lounge, sparse per l’Italia e la Germania, luoghi raffinati dove rilassarsi bevendo un buon calice, assaggiando qualche specialità, ascoltando musica e chiacchierando.
Le bottiglie annue sono 200.000 di cui il 60% in 6 etichette di Franciacorta, il resto in 4 di Curtefranca DOC e 4 di Sebino IGT. Si aggiungono altre 2 ultra riserve di Franciacorta distribuite aggiungendo il marchio Museum Release.
Riccardo, agronomo ed enologo, segue personalmente la campagna e la cantina, realizzata nel lontano 1946 e più volte ampliata ed ammodernata. Una conduzione che non può definirsi tradizionale e nemmeno biologica, ma particolarmente attenta al rispetto globale dell’ambiente e della salubrità; pertanto nessun uso di prodotti potenzialmente dannosi, certificazione ISO 14064 Carbon Footprint che monitorizza l’emissione globale di GHG, i gas serra. Ecco allora che da 30 anni le vigne sono inerbite e non diserbate, coltivate senza uso di concimi di sintesi e di irrorazioni di pesticidi; cantina a 15 m di profondità che non richiede refrigerazione, energia proveniente dai pannelli solari, bottiglie e imballaggi alleggeriti, da ben 7 anni l’uso di lampade a LED che minimizzano i consumi. Questo ed altro per fare dell’azienda un esempio di ecologia.
Degustiamo il Satèn, la designazione esclusiva di Franciacorta, realizzata come da disciplinare con sole uve bianche, nel nostro caso di Chardonnay, che prevede una pressione inferiore a 5 bar ed ha gusto più morbido, setoso, da cui il nome.
Le uve provengono da vigneti in comune di Capriolo ed Iseo; alla fermentazione in carati di rovere, fa seguito, in primavera, l’aggiunta della liqueur de tirage con l'inizio di una lenta rifermentazione in bottiglia. Queste rimangono in catasta per almeno 40 mesi (totale dalla vendemmia 48 mesi) garantendo l'inconfondibile bouquet dovuto al contatto ed all'autolisi dei lieviti. Dopo la sboccatura, con l'aggiunta della liqueur d’expedition molto secca (7 g/litro quindi al limite per l’extra brut) il Satèn compie un ulteriore affinamento in cantina per qualche mese. Da evidenziare che ormai dal 2000 alla sboccatura si aggiungono estratti di lieviti autoprodotti e non alcun solfito.
Versato nel calice a flûte (a proposito esiste un calice Franciacorta, leggermente più ampio di un classico flûte) il colore è paglierino, la spuma spessa e il perlage abbastanza fine e persistente. Al naso si evidenziano note austere di crosta di pane, frutta e fiori secchi, mandorla; è intenso, perfettamente franco, elegante. In bocca le bollicine si presentano finissime, affatto aggressive, spicca una grande armonia con una perfetta dose di acidità; si esprime fragrante, secco, molto piacevole, di complessa struttura. Un gran bel Franciacorta che non per niente ha riscosso tanti premi.
Da grande metodo classico è perfetto dall’aperitivo fino ad arrivare prima del dessert. Noi nella cena di Natale l’abbiamo gustato accompagnato a pomodori fritti ripieni, a polpette di ricotta e finocchio selvatico, un timballo di riso ripieno di formaggi, misto di funghi e prosciutto, ad un filetto al forno condito con una salsa al rafano. In enoteca al prezzo di 22 euro.
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Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |