(Manfredi Barbera)
Venticinquemila bottiglie di olio extravergine siciliano, tutte “targate” Barbera, sbarcheranno ad Istanbul. Manfredi Barbera, tra i più noti produttori di olio, infatti, ha chiuso un accordo commerciale con la Turchia.
Uno dei tanti Paesi che si aggiunge a quelli in cui questa storica azienda siciliana esporta già da tempo. Ma questa volta la commessa fa notizia. Perchè la Turchia è uno dei grandi Paesi produttori di olio assieme a Grecia, Spagna e Tunisia.
“È un po’ come vendere gelato agli eschimesi – dice l'imprenditore palermitano -. È infatti la prima volta che esportiamo in un Paese nostro competitor. Siamo già presenti con il nostro olio in 52 Paesi, ma questa volta la commessa ci motiva ancora di più”.
È stato l'amministratore delegato Kerem Sezer della società Koza Gida a venire a Palermo per chiudere l'accordo. Hanno acquistato bottiglie di Frantoia, uno dei marchi più noti della Oleifici Barbera e poi bottiglie di olio Novello col raccolto appena concluso quest'anno. Andranno a finire in ristoranti e negozi di alta gastronomia. E alla commessa seguiranno azioni promozionali con il coinvolgimento di chef siciliani in alcuni locali di Istanbul, compreso il Four Season Hotel. Segno che anche la Turchia vuole aprirsi alla gastronomia e alla cucina italiana.
Per Manfredi Barbera l'export è più di una opportunità perchè il 56 per cento del suo fatturato deriva da vendite oltre i confini nazionali. Mentre il resto dell'azienda, malgrado la congiuntura sfavorevole, chiuderà il 2014 con un incremento del 12 per cento sull'anno precedente.
Anche se quest’anno la produzione è ai minimi storici. “Non ricordo di un’annata peggiore del 2014”, dice Barbera. Un calo generalizzato, visto che la Sicilia si attesta su un meno 22 per cento, Puglia e Toscana anche peggio mentre solo Sardegna e Piemonte crescono. Barbera tuttavia rilancia. Se è presto per comprendere dal punto di vista produttivo stabilire cosa accadrà, l'azienda non perde tempo e lancia sul mercato nuove etichette di olio, per così dire territoriali, per rilanciare gli extravergine a marchio Dop (denominazione di origine protetta) dei vari territori siciliani: Monte Etna, Val di Mazara, Monti Iblei, Valli Trapanesi e poi un'etichetta di biologico che farà da preludio all'ulteriore marchio certificato che potrebbe arrivare, l'Igp Sicilia, su cui però tutto il mondo della produzione non è d'accordo.
C.d.G.