“Io sono felice, non voglio fare nessuna polemica. Dico sul serio”. La voce, però, tradisce Diego Maggio (nella foto), consigliere delegato del consorzio di tutela delle Doc Marsala e Pantelleria.
Lui, questa nomina quasi certa ormai della vite ad alberello a patrimonio dell’Umanità Unesco la sente un po’ sua. “Non un po’ – corregge Maggio -, la sento mia al cento per cento. Ed ho le carte per dimostrare che il riconoscimento di Parigi è una mia idea nata nel 1998”.
Già, perché Diego Maggio, nel 1998 pubblica il libro “Una provincia Doc”, nel quale, senza giri di parole chiede all’Unesco di proteggere i vigneti di Pantelleria. “Lungimirante? Diciamo che ho trascorso la mia età adulta a lanciare idee. Io, da buon non pantesco, ho percepito subito di come questi vigneti, un tempo floridi e splendenti, stessero perdendo di consistenza in tutta l’isola”:
I numeri non mentono: si è passati, infatti, da una produzione di 350 mila quintali a poco più di un decimo di questa cifra, ossia 35 mila quintali. Ed una superficie coltivata che è passata da 4.000 ettari agli attuali 600.
“Numeri destinati a diminuire ancora – sottolinea Maggio -. Si tratta di un depauperamento continuo ed ho avvertito la necessità che la comunità internazionale facesse qualcosa. Perché occorre una nuova valorizzazione dei vigneti. Cosa sta succedendo? Succede che il padre coltivava i vigneti ed i figli non vogliono più farlo”.
Maggio, così, sciorina i numeri del consorzio, che fa segnare un nuovo record di iscritti (300 su 400 coltivatori totali), eppure non viene menzionato da chi la pratica Unesco l’ha portata a Parigi.
“L’idea Unesco fu rilanciata nel 2007, in una brochure promozionale del consorzio e poi la ribadì nel 2010, nel mio ultimo libro “Ragioni e sentimenti della Sicilia del vino. Fu pochi mesi dopo che ricevetti la telefonata di Beniamino Annis e Luigi Petrillo, che mi dissero di essere interessati all'idea, tanto da volerne diventare promotori, fino a bissare il successo appena ottenuto con la Dieta Mediterranea. Semplice coincidenza oppure avevano letto il mio lavoro?”
Ci fu incontro proprio a Pantelleria con gli amministratori del Consorzio ed i delegati del Ministero. Fu presentato un fascicolo all’ex sindaco Alberto Di Marzo, perché per presentare la domanda all’Unesco, occorre che a firmare il tutto sia un’amministrazione e non un privato cittadino.
“L’ex sindaco non ne fece nulla – spiega Maggio . Era la fine del 2010 e questo fascicolo fu chiuso in un cassetto”.
Poi arrivò il nuovo sindaco, Salvatore Gino Gabriele, che ripescò la domanda per l’Unesco e la portò avanti, coadiuvato dall’Istituto regionale Vini ed oli di Sicilia.
“Non riesco ancora oggi a capacitarmi del fatto che nessuno ci ha mai detto una parola – dice Maggio -, anche di ringraziamento, oppure invitarci agli eventi od a far parte della squadra che ha portato avanti la candidatura”.
Ma Maggio non ha nessuna intenzione di fare polemica: “Sono davvero felice – conclude -. Anche a nome del Consorzio, esprimo il legittimo orgoglio e la autentica soddisfazione per il coronamento della mia e nostra idea. Di certo, la prossima volta che mi verrà un’idea, l’andrò a brevettare”.
G.V.