Aleatico Rosato IGT Salento.
A Salice Salentino, non lontano da Lecce, e in comuni vicini dal 1665 il Duca Oronzo Arcangelo Maria Francesco Conte di Lemos iniziò l’attività vinicola su un vasto podere di 5.000 ettari e relativa cantina. Nell’800 l’azienda già esportava vini e nel 1925 con Piero e Lisetta Leone de Castris, imbottigliava per la prima volta. Il vero boom inizia nel 1943 con la nascita del Five Roses, il primo rosato italiano ad essere messo in bottiglia, che fece conoscere Leone de Castris in tutto il mondo.
Nel nome Five Roses c’è l’eco della contrada Cinque Rose nel feudo di Salice Salentino, ma anche quella tradizione legata alla coincidenza che per intere generazioni ogni Leone de Castris ha avuto cinque figli. Sul finire dell’ultima guerra il generale Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forza alleate, chiese una grossa fornitura di vino rosato che però avesse un nome americano. Così nacque il Five Roses.
il primo Five Roses
Oggi, amministrata da Piernicola, è un’azienda che produce 2,5 milioni di bottiglie, che per la metà vanno all’estero, da 150 ha di proprietà ed altrettanti in affitto, con 27 etichette, suddivise in 6 linee, principalmente da uve di Negroamaro, Primitivo, Aleatico, Malvasia Nera, Syrah, Chardonnay, Malvasia Bianca, Fiano, Verdeca, Sauvignon anche nelle 4 DOC della zona. Oltre ai vigneti l’azienda, che spazia su 4 province, possiede uliveti, seminativi e pascoli.
Accanto all’attività agricola un Resort, Villa Donna Lisa, ricavato da un’antica dimora e un Museo del Vino. Attenta l’accoglienza che comprende, per gruppi, visite guidate con degustazioni.
Piernicola Leone de Castris
La cantina ci ha inviato per la recensione un altro rosato, Aleikos, compreso nella linea “Nuovi vini di Pregio” nel millesimo 2013. L’enologo è Marco Mascellani e l’azienda utilizza anche la consulenza di Riccardo Cotarella. Il vigneto, giovane, a pochi metri sul mare in Salice Salentino è a cordone speronato con 5.500 ceppi/ha. La vendemmia a mano dopo Ferragosto e le uve a seguito di una soffice pigiadiraspatura sono sottoposte a macerazione pellicolare (8-10 °C) per alcune ore, a cui segue l’estrazione del mosto fiore e la successiva fermentazione a temperatura controllata con lieviti selezionati. Affinamento in acciaio e dopo una filtrazione sterile il vino riposa in bottiglia per almeno 2 mesi.
Versato nel calice Aleikos, il cui nome richiama il vitigno in purezza utilizzato, manifesta un bel colore rosa antico. Al naso è un goloso cesto di frutta esotica, ananas, pompelmo, accompagnato da una delicata mineralità e da qualcosa di erbaceo e di frutti di bosco. E’ fine, elegante, di eccelsa franchezza. Al palato colpisce l’equilibrio aromatico, acido, minerale. Nessun parametro prevale sugli altri in un insieme fresco ma di robusta struttura. E’ lungo, piacevolissimo. Dimostra che Leone de Castris sa fare altri rosati oltre al Five Roses.
Vino che in estate si può bere anche a 8-10 gradi, che può diventare quasi universale e che ha solo 11° alcolimetrici. Noi lo proponiamo per accompagnare una pasta alla norma, sgaloppine alla pizzaiola, frittura di calamari, frittata alle erbe, scamorza affumicata. Ne sono state tappate 10.000 bottiglie che in enoteca trovate a 11 euro.
Leone de Castris |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |