La Francia alza lo stop all'aumento della tassa di soggiorno.
Il Paese è deciso a tutelare il turismo e ad eliminare qualsiasi paletto che possa frenare uno dei comparti traino dell'economia nazionale, in cui l'enoturismo ha un peso cruciale.
L'Assemblea Nazionale ha detto chiaramente no all'innalzamento della tassa che sarebbe dovuta arrivare ad un tetto massimo di otto euro, inserita come ipotesi all'interno di una manovra correttiva di bilancio che non avrebbe previsto alcuna consultazione con gli operatori di settore e che ha fatto esplodere la protesta anche tra i ristoratori. Ad avallare questa presa di posizione è stato proprio il Ministro degli Esteri, Laurent Fabius, che avrebbe una profonda competenza nell'ambito anche del turismo, il quale ha dichiarato che tale manovra sarebbe stata totalmente contraria alla promozione del turismo.
Attualmente la tassa di soggiorno in Francia va da 0,20 a 1,5 euro. Citando il salotto dei grandi rossi, il comune di Bordeaux applica una tassa di soggiorno di 1,10 euro. Più cara, per esempio, ad Eperney, spostandoci nella terra dello Champagne, di 1,50. In Italia la forbice dell'imposta si allarga notevolmente, partendo sempre da 0,20 può arrivare ad un massimo di 5 euro. Secondo l'ultimo Rapporto sull’Imposta di Soggiorno di Federalberghi, a fine giugno i Comuni che hanno applicato l’imposta di soggiorno sono stati 651 (rispetto ai 510 del 2014). E gli introiti previsti per il 2014 dovrebbero ammontare a 354 milioni di Euro (rispetto ai 268 milioni di Euro del 2013).
Per il presidente di Federlaberghi, Bernabò Bocca, la decisione della Francia dovrebbe essere presa come modello. “Ci auguriamo che la scelta francese – ha detto- costituisca un esempio per l’Italia, rammentando al Paese l’importanza economica del settore e, nel contempo, un monito per il Comune di Roma”. Infatti, è partita proprio dalla capitale, la proposta di portare la tassa fino ad un massimo di 7 euro a notte a persona.
M.L.