Orcia DOC di Sangiovese e Foglia Tonda.
Le terre di Toscana, come molte dell’Italia Centrale, nella storia hanno visto e spesso subito alterne e ingarbugliate vicende con cambi di proprietà anche cruenti. Poteva sottrarsi a questo destino Fattoria del Colle? Assolutamente no. Siamo nelle terre di un piccolo borgo, Trequanda, e di esse si ha notizia fin dal XII secolo. Tra cambi di proprietà, spesso tragici, azioni distruttive e altre amenità alla fine del 1500 è dei Socini, giuristi ma purtroppo per loro anche protestanti per cui la Chiesa, sempre più in quel periodo dedita alla sola cura delle anime, l’espropriò. Ma era scritto nel destino che la Fattoria tornasse ai Socini e così nel 1919 Livio, industriale della distilleria di alcol medicale, la riacquistò. La passione per la campagna non era particolarmente vivida in famiglia per cui i 334 ettari finirono in pratica abbandonati, finchè la pronipote Donatella Cinelli di padre, Colombini di madre, nel 1998, forte dei suoi studi nella storia dell’arte, decise che era finalmente venuto il momento di riprendere la campagna, ristrutturare le case ed intraprendere una olistica attività contadina.
Fattoria del Colle
Così reimpianta i vigneti, valorizza gli uliveti, mette mano ai fabbricati realizzando la cantina, un agriturismo con 18 appartamenti, un ristorante, un centro benessere, 2 piscine, 2 ville; sempre 334 ettari, in maggior parte seminativi e boschi dove si produce anche il tartufo, 16 di vigneti con Sangiovese, Merlot, Sagrantino, Foglia Tonda, Traminer, che vi era già presente, al confine tra le Terre Cretesi e la Val d’Orcia e in mezzo a tre colossi come il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano.
Ma oltre a Fattoria del Colle Donatella possiede a Montalcino 40 ettari di cui 17 a vigneto di Sangiovese per il Rosso e per il Brunello sotto il nome di Casato Prime Donne anche perchè oltre alla proprietaria tutti coloro che si occupano della cantina e in buona parte della campagna sono solo donne, dall’enologa Valerie Lavigne, alla cantiniera Barbara Magnani, dalle operaie alle impiegate.
seconda a sinistra Donatella Cinelli Colombini
Donatella, suffragata dalla sua formazione umanistica ed artistica, è stata una delle promotrici del Movimento Turismo del Vino e di Cantine Aperte e recentemente è la presidente del Consorzio Vino Orcia.
Ci occupiamo oggi della Fattoria del Colle in cui si producono 60.000 bottiglie in 8 etichette che per il 70% si vendono all’estero. Vigneti attorno a quota 400 metri, a cordone speronato coltivati praticamente con metodi biologici solamente a mano in terreni sabbiosi ricchi di calcare di origine marina dove i giorni caldi estivi sono mitigati da fresche notti.
Degustiamo il top di gamma il Cenerentola nel millesimo 2010, fatto per il 65% di Sangiovese e per il resto di Foglia Tonda, un vitigno autoctono proprio della zona del Senese, ormai da tempo abbandonato a causa delle sue forti produzioni di uva che non davano vini di qualità.
Donatella e la Foglia Tonda
Donatella ha deciso di reintrodurlo con la collaborazione dell’Università ma di allevarlo in maniera da produrre molto poco, così dà un vino ricco di corpo, di colore e di alcol. E’ un Orcia, la Denominazione che, nata nel 2000, ricade in 13 Comuni del Senese, che nel rosso deve avere almeno il 60% di Sangiovese.
Macerazione fino a 20 giorni in acciaio termocondizionato e uso di lieviti selezionati ma prodotti localmente. L’affinamento in tonneau da 5/7 hl di Allier fatti ad ascia per un anno e dopo una filtrazione leggerissima non meno di 6 mesi in bottiglia.
Nel calice colore rosso rubino intenso con sfumature viola. Al naso note fruttate e terziarie, una strenua lotta tra sentori freschi e cupi. Complesso, dall’olfatto tanto fitto ed equilibrato che non è facile individuarne i profumi di ciliegia sotto spirito, di more, di mirtilli, pepe nero, cioccolato ed eucaliptolo. Affascinante. Al palato denota un’iniziale freschezza dovuta ad una spiccata, piacevole acidità sostenuta da un robusto corpo con 14,5° alcolici, accompagnata da tannini equilibratissimi; al retrogusto, discretamente lungo, riaffiorano gli accattivanti sentori olfattivi.
Un vino molto interessante che abbineremo ad un salame finocchiona, a pappardelle al ragout di cinghiale, ad una porchetta al forno, ad una bistecca non necessariamente alla fiorentina, ad un taleggio stagionato. Sono solamente 5.000 bottiglie da trovare col lanternino a 23 euro.
Donatella Cinelli Colombini |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |