Mamertino DOC di Nero d’Avola.
La giovane architetto Flora Mondello, con l’aiuto della mamma Maria Teresa Gaglio, gestisce un bel podere di 570 ettari in quel del Messinese, con epicentro nei comuni di Oliveri e Patti. Buona parte arriva dal bisnonno materno che all’inizio del secolo scorso già vendeva il vino sfuso ai francesi. Una prima svolta decisa si ha col nonno che negli anni 70 costituisce una efficiente azienda agricola di 300 ettari coltivando principalmente patate novelle, che si esportavano addirittura in Germania, agrumi, altro e piantando i primi 5 ettari di vigne con criteri più moderni. Nel 2000 Maria Teresa, anch’essa architetto, cambiò la filosofia aziendale specialmente nel settore del vino, che precedentemente era marginale, decidendo di puntare sull’alta qualità. Espianta le viti e vi mette 10 ettari di Nero D’Avola oltre al Grillo e a poco Cabernet Sauvignon e solamente da 2 anni 3 ettari di Nocera, il vero autoctono della zona, non ancora in produzione.
Nel 2005 con il coinvolgimento diretto di Flora, nasce il nuovo marchio Gaglio Viticultori, che recentemente in contrada Rosate realizza il nuovo centro aziendale e la cantina che entrerà in produzione quest’anno. Nel 2013 sono 250.000 bottiglie sotto la guida dell’enologo Vincenzo Leone suddivise in 7 etichette più lo sfuso venduto localmente. I vigneti sono a quota 150 m ad Oliveri e a 280 a Patti in suoli di origine vulcanica in buona parte, tutti a spalliera e cordone speronato, condotti in conversione al biologico. Contemporaneamente si ristrutturano i settori delle patate e specialmente degli uliveti, estesi ben 200 ettari tutti biologici, il cui olio sarà commercializzato con un nuovo marchio. Il mercato principale è quello russo e comunque l’85% della produzione vinicola è volta verso l’estero che sempre più sta diventando il mercato di elezione per tutta la produzione agricola a marchio La Flora.
Recensiamo l’Esdra 2010, l’ultima annata in commercio, un Mamertino DOC, denominazione che nasce nel 2004 il cui disciplinare prevede il Nero d’Avola almeno all’85%. Cru da un vigneto di 12 anni vendemmiato a mano nella seconda decade di settembre. Le uve portate in cassette in cantina, dopo il diraspamento, ad acini ancora interi sono sottoposte ad una criomacerazione a 8° per 48 ore cui segue la fermentazione per 20 giorni a 18° con lieviti selezionati durante la quale il mosto è sottoposto a delestage e rimontaggi. Segue la pigiatura e il vino separato, dopo la malolattica, va per il 70% in acciaio e per il resto in barrique nuove per due anni. Chiarifica con bentonite e filtrazione prima di un ulteriore affinamento di un anno in bottiglia.
Nel calice il colore è rosso rubino intenso. Al naso vuole aria, deve ossigenarsi e anche se l’intensità non è notevole si avvertono note vegetali, speziate, balsamiche con frutti rossi e specialmente l’amarena in confettura. Olfatto elegante e particolarmente franco. In bocca arriva in punta di piedi, quasi lieve per la sua morbidezza, ma subito si rinforza con un discreto corpo, un’equilibrata acidità, un’ottima fragranza e discreti tannini. Vino abbastanza armonico e già evoluto con una nota lunga leggermente e piacevolmente amarognola nel finale. 13,5% la parte alcolica.
Un Nero d’Avola morbido, equilibrato da abbinare a piatti di non strenua struttura, come un risotto ai funghi, delle scaloppine di manzo, un pecorino primintio. Sono 35.000 bottiglie che trovate in enoteca a 18 euro.
Gaglio Vignaioli |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |