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L'evento

Il nuovo Cru di Biondi e i release di Nicosia e Cusumano, altre novità dall’Etna

16 Aprile 2014
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Un nuovo cru dell'Etna da “Vulcanello”.

 Si chiama San Nicolò, prende il nome dalla contrada in cui nasce e che si trova nel territorio di Trecastagni. L’ultima novità dal versante sud-est presentata a Le Contrade dell’Etna da Ciro Biondi. “Dico sempre che qui, sull’Etna, non è il vitigno a fare il vino ma la colata lavica”, sostiene il produttore nel descrivere il suo vino come frutto di un sottosuolo, un cono di un piccolo vulcano spento, caratterizzato da una composizione di minerali diversa, che non ha eguali. 
 

Solo 1300 bottiglie, per ora di questo Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio (l'obiettivo è quello di firmarne 3mila). Una chicca. Nasce in  mezzo ettaro da vigne giovani a piede franco. Da leggere come una provocazione, “giusto per sfatare e sconvolgere le credenze popolari”, precisa. Fa acciaio e affinamento in legno. Esce sul mercato con la vendemmia 2012. Rubino intenso. Bouquet ricco di frutti rossi. Nuance di sottobosco e arbusti aromatici. Corpulento. Grande energia. Ampio. Da invecchiamento. E’ dedicato ad un personaggio caro al produttore, ad una donna “peperina”, ironica: la zia Angelina, la sorella della mamma di Ciro. “Noi nipotini – racconta  – la chiamavamo ET per via delle sue mani, che erano piccole con le dita lunghe”. Vissuta fino a 100 anni, è stata lei la proprietaria del vigneto. Immaginandoci questa figura, il vino, in un certo senso, per vitalità e forza la rispecchia. Costo allo scaffale 45 euro.


Nella carrellata di Contrade, volendo rimanere nel territorio di Trecastagni, ci siamo soffermati anche sui Metodo Classico di Nicosia, storica azienda che interpreta, a quota 700, i suoli e il microclima del vulcano da cinque generazioni. Etichette inedite. Sino a ieri è mancata, infatti, la produzione di spumantizzati. Rientrano nella linea selezione TOP Sosta Tre Santi: un “blanc de blanc” autoctono, il Carricante Brut Metodo Classico, e un “blanc de noir” a denominazione Etna DOC a base di Nerello Mascalese, l’Etna Brut metodo Classico. Il Carricante Brut è di colore giallo paglierino scarico con riflessi verdolini, brillante. Naso fragrante, aperto e delicato, finemente floreale. Cenni di pane tostato e forno (affinamento sui lieviti: 12 mesi). In bocca è fresco e molto piacevole, splendida la beva. Buona persistenza aromatica. Le bollicine sono fini e persistenti. Il Nerello Mascalese, invece, rimane sui lieviti per 18 mesi circa. Colore giallo paglierino tendente all’oro. Naso pieno e coinvolgente. Piccoli frutti rossi, fieno, bergamotto e mela cotogna. In bocca è asciutto, teso, il finale leggermente amaro. 


Spostandoci sul versante orientale troviamo il Carricante di Alberto e Diego Cusumano. Gli ultimi approdati sull’Etna con un importante progetto che prende vita in 15 ettari. Assaggiando l’Alta Mora Etna Bianco Doc 2013 viene da pensare “buona la prima!”. Nasce in contrada Verzella, a Milo. Fa solo acciaio. Beverino. Vino di territorio. Lo esprime tutto. Floreale e polpa di frutta. Sapido. Aromatico. Dodicimila bottiglie. Prezzo 16 euro. 
 

Manuela Laiacona