Etna Rosso DOC di Nerello Mascalese.
Torniamo in quella che abbiamo definito la Napa Valley siciliana: il versante nord dell’Etna nei vigneti che ricadono nei comuni di Linguaglossa, Piedimonte e Randazzo. Precisamente siamo a Randazzo dove Nino Destro che ha altrove, da perito industriale, una lunga attività nel settore dei marmi, non ultimo a rimanere folgorato dalla bellezza della campagna e stupito della bontà di quei vini, compra 12 ettari praticamente abbandonati dove la vite è quasi relitta. L’anno successivo impianta Nerello Mascalese e un 20% di Carricante, mette mano alla ristrutturazione dei fabbricati aziendali dove fa bella mostra il vecchio palmento e finalmente nel 2007 realizza ex novo la cantina.
Siamo a quote appena superiori ai 700 metri, quindi già in montagna, non lontano dai boschi del vulcano, con forti escursioni termiche giornaliere, dove il terreno è di 2 tipi, uno profondo, sciolto, dove la lava è diventata più sottile di una sabbia, l’altro sciaroso, in cui la lava è rimasta grossolana, pietrosa. Tutto doppio cordone speronato ed una coltura praticamente biologica anche se non si vuole affrontare la burocrazia e le spese della certificazione. Quattro etichette di rosso DOC di cui 2 barricate più un passito dal Nerello, un rosato DOC, mentre del Carricante le etichette sono 2 di cui una DOC. Dal Nerello Mascalese vinificato in bianco ricava anche uno spumante metodo classico millesimato che fa 30 mesi sui lieviti e la cui prima annata il 2010 è stata appena messa in commercio In totale sono solamente 70.000 bottiglie, in quanto la resa è bassa, che si trovano solamente nei canali HoReCa e per il 40% all’estero. Della spumante Saxanigra, a cui crede molto, ne sta facendo ben 13.000 perchè ritiene che il Mascalese abbia ottime potenzialità anche nelle bollicine.
L’enologo è Giovanni Rizzo e sotto la sua guida Destro ha ottenuto una sfilza di premi specialmente col bianco Isolanuda e con lo Sciarakè di cui degustiamo l’annata 2008, l’ultima in commercio.
La raccolta a mano avviene sempre dalla stessa vigna nella zona più sciarosa con inizio nella seconda metà di ottobre. Lunga macerazione e fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata; dopo la malolattica un lungo affinamento in acciaio che arriva ai 3 anni a cui segue la stabilizzazione a -5 gradi, la filtrazione e l’imbottigliamento con un ulteriore riposo di altri 6 mesi.
Nel calice il colore è rosso rubino appena scarico. All’olfatto frutti rossi in confettura, note balsamiche e un pò mentolate, spezie e nonostante il lungo invecchiamento sembra un vino ancora fresco, di ottima franchezza e abbastanza elegante, l’importante è dargli molta aria per esprimere intensamente i suoi profumi . Al palato colpisce la fragranza dei frutti, un’equilibrata acidità che si sposa a dei tannini già ammorbiditi ma presenti, buona consistenza e un finale non lunghissimo con una nota leggermente amarognola che l’accompagna. Vino capace di procedere nel tempo ancora per anni. 13,5 i gradi alcolici.
Da accompagnare ad una pasta alla norma, a polpette di carne al sugo, anche ad una zuppa di pesce con pomodoro, ad una ricotta infornata. Sono 13.000 bottiglie che si trovano a 19 euro.
Az. Vitivinicola Destro |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |