Nocellara del Belice, Biancolilla, Cerasuola e Pidicuddara.
La famiglia Rallo è nel mondo del vino da oltre 160 anni e dal 1983 Giacomo Rallo ha lanciato il nome con cui l’azienda è conosciuta in tutto il mondo: Donnafugata, preso dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa che così aveva nominato i possedimenti che oggi ospitano i vigneti aziendali. Oggi sono i figli Antonio e José a portare avanti una grande, specialmente per la qualità, azienda che comprende 270 ettari di vigneti a Contessa Entellina e 68 a Pantelleria. Azienda che pone particolare attenzione all’ambiente, al risparmio energetico, all’approvvigionamento da fonti rinnovabili.
Per fare grandi vini si deve per forza sentire un grande amore per la campagna e spesso questa dedizione si esprime anche in altre colture oltre alle principali. Ed in Sicilia accanto alla vite un’altra pianta tipica del paesaggio e dell’economia rurale è l’ulivo che in molti casi la affianca dando anch’esso un prodotto che può essere di eccelsa qualità. A questa regola non sfugge il podere dei Rallo che si ritrova 3 ettari di ulivi di cui una parte in contrada Mazzaporro, nel Comune di Contessa Entellina, nei terreni in prossimità della cantina, l’altra in contrada Pandolfina, nel comune di Sambuca di Sicilia. Sono tutte piante dell’età media di 50 anni, in asciutto, coltivate senza trattamenti, delle varietà proprie del territorio Nocellara del Belice, Biancolilla, Cerasuola e Pidicuddara.
Delle prime tre abbiamo più volte scritto in questa rubrica, della Pidicuddara, detta anche Piricuddara aggiungiamo che fa parte delle cultivar minori isolane, cioè quelle varietà che prevalgono in ristrette aree olivicole ma che possono far parte delle varie DOP. In particolare è un ulivo di media espansione con un frutto ellittico quasi simmetrico di media grandezza che dà un olio ricco di acido oleico, quindi di pregio. Il nome deriva dalla caratteristica di avere il picciolo, piricuddu in dialetto, piuttosto robusto, quindi difficile da staccare.
Per Donnafugata quest’olio è una chicca in più, non soggetto a dare particolari redditi, per cui è prodotto con le massime cure possibili. Quindi raccolta precoce a mano per brucatura o con l’ausilio di scuotitori; le olive in cassette aerate sono portate in giornata nel frantoio Torre di Mezzo a Trapani dove la molitura avviene per cultivar separate con frangitore che può essere a dischi o martelli secondo la necessità, gramolatura in atmosfera confinata per ridurre al massimo il contatto con l’ossigeno, uno dei nemici dell’olio, stoccaggio con gas inerte e nessuna filtrazione.
Degustandolo, al naso ha una buona intensità e un bell’equilibrio olfattivo in cui di poco prevale il carciofo sul pomodoro, su sentori erbacei impregnati di piante officinali e su poca mandorla. Al gusto è un olio delicato ma caratterizzato che arriva con una punta di dolce invadendo il palato col suo fruttato piacevole e fresco, poco amaro e piccante solo alla fine, ma in maniera affatto invadente. Olio di ottima fattura, di accattivanti profumi e di facile abbinamento. L’abbiamo apprezzato con un cavolfiore al vapore, su una bistecca panata e grigliata, con un’insalata di pomodoro. Si fanno 4.400 bottiglie da mezzo litro destinate ai canali HoReCa, accanto ai più noti vini di Donnafugata. Nelle enoteche 11 euro.
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Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |