La bufera Ais-Fis scoppiata con il divorzio di Franco Ricci sembra apparentemente sopita.
E mentre l’Associazione Italiana Sommelier organizza il nuovo assetto nella Capitale, che è stata per 25 anni quartier generale di Ricci, e inizia il nuovo capitolo con il primo corso e il nuovo corpo docenti, Mr. Bibenda annuncia i suoi piani.
La Fondazione, nata il 29 ottobre scorso e il 26 febbraio riconosciuta dal Presidente della Repubblica Italiana, con tempi abbastanza celeri, come ci riferisce Ricci “Abbiamo atteso solo una ventina di giorni dalla richiesta del riconoscimento. Tutti gli altri, invece, ci hanno messo otto anni”, varcherà i confini del Lazio e aprirà nuove sedi in Italia. L’intenzione è quella di creare una rete nazionale per fare cultura del vino. E oltre oceano, perché la richiesta di mettere in piedi una “filiale” della Fis sarebbe arrivata pure da New York, riferisce sempre Ricci.
Il primo sbarco, intanto, avverrà agli antipodi della Penisola, a Milano e a Palermo. Dopo 25 anni trascorsi come monarca assoluto della piazza italiana più importante per il mondo del vino e con l’aiuto di 400 collaboratori e con 730 corsi nel planning, rotti i rapporti con l’Associazione a cui è stato legato dai primi anni ’80, Ricci prosegue il suo cammino con un seguito di 2736 iscritti, solo nel Lazio e 8mila abbonati a Bibenda. Proprio la casa editrice, sembra non avere ricevuto alcuno scossone dallo strappo con l’Ais, l’attività va a pieno regime. Fra pochi giorni si terrà il Bibenda Day, il 22 marzo, e il 15 novembre ci sarà la presentazione della nuova guida. E rilascerà anche una inedita sull’olio d’oliva con oltre 700 aziende recensite. “Il legame con l’Ais si è allentato negli anni – precisa -. All’inizio, nel 2002, ai tempi della presidenza di Furlan, quando ho preso in mano la guida questa andava a 43mila abbonati Ais, l’anno scorso il numero è sceso a 26.300 – E aggiunge – Adesso con la Fondazione posso dedicarmi a fare ancora di più qualità e con un know how di grande qualità. Per questo me ne sono andato dall’Associazione, per elevarci”.
Da queste parole l’ombra della tensione sembra essere non del tutto svanita, anche se Ricci nega il clima di tensione. “Saluto gli ex colleghi. I presidenti mi stanno vicino. Io poi non ho fatto polemiche con nessuno, ho solo comunicato con una lettera che me ne andavo”. E sul rapporto con il presidente Maietta risponde, “non lo vedo dalla presentazione della guida, dal 14 novembre scorso”. Glissa, pure, sull’ultimo scoglio rimasto tra le due realtà: l’utilizzo del marchio Associazione Italiana Sommelier Roma e Associazione Italiana Sommelier Lazio. “Non c’è nessun contenzioso – precisa -. Non ha motivo di esserci. I marchi li ho registrati io, sono miei, anzi in vendita, se vogliono utilizzarli basta che chiedono e mi pagano”. Ma i conti non tornerebbero. La contesa sui diritti del marchio, in verità, starebbe procedendo per vie legali, ieri si è tenuta a Roma un’udienza che verrà aggiornata il 2 aprile.
Il programma di Ricci è fitto, e quello che più gli sta a cuore “è lasciare l’impero” a chi ha collaborato con lui fino ad ora. “Roma è il centro della cultura del vino – fuori la Capitale è un casino. Nessuno in tutti questi anni ha fatto quello che ho costruito io. La realtà che ho messo in piedi è avanti. Nelle altre regioni hanno sempre galleggiato nell’approssimazione. E continuerà ad essere così. Non sono stati capaci di replicare ciò che ho fatto, e per quanto riguarda Roma credo che Maietta non sia all’altezza delle mie attività. E poi, che senso ha che in questa città di associazioni del genere ce ne debbano essere così tante? C’è l’Onav, l’Associazione Romana Sommelier, l’Associazione Sommelier Professionisti Italiani (l’Aspi), la Fisar, l’Ais e noi. Io voglio fare una cosa in grande. Devo dire che a questa separazione e ai progetti che adesso sto mettendo in cantiere avrei dovuto pensarci prima. Avrei dovuto farlo già 15 anni fa”.
A poche settimane dal Vinitaly se si pensava ad una comparsata del “Ricci Nuova Era” al salone le aspettative verranno disattese. “Non ci metterò piede – dice chiaramente -. Però coloro che si assoceranno alla Fondazione potranno entrare gratis per due giorni, la domenica e il lunedì. Abbiamo fatto questa convenzione con Veronafiere”.
C.d.G.