Arance spacciate per siciliane e invece importate dal Marocco, olio venduto per extravergine italiano e invece adulterato: gli esempi di frodi alimentari, sofisticazioni e contraffazioni potrebbero essere decine.
Ora in Sicilia nasce un coordinamento per combattere il fenomeno.
L’iniziativa, che deriva dalla legge “Born in Sicily”, è dell’assessorato regionale all’Agricoltura: un decreto di pochi giorni fa dell’assessore Dario Cartabellotta dà il via libero a questa intelligence che mette intorno allo stesso tavolo le varie autorità preposte ai controlli, alla repressione, alla tutela e alla valorizzazione dell’enogastronomia siciliana. Obiettivo è quello di mettere a punto controlli incrociati, verifiche di mercato e tracciabilità dell’intera filiera per stoppare il fenomeno che alla Sicilia costa 500 milioni di euro l’anno. “L’Italia – spiega Cartabellotta – esporta nel mondo prodotti agroalimentari per 30 miliardi ma il prodotto totale che si trova sul mercato come italiano ammonta a 80 miliardi. Per quanto riguarda la Sicilia possiamo stimare che, a fronte di 4 miliardi di prodotti esportati, il falso ‘made in Sicily’ sia 500 milioni. Olio, vino e ortofrutta i prodotti più ‘copiati’. Questa iniziativa permette non solo di tutelare i consumatori ma anche di guardare all’internazionalizzazione, è uno strumento strategico per non perdere credibilità sui mercati”.
Oltre al Dipartimento dell’Agricoltura e a quelli dell’Ambiente e per le Attività sanitarie, del coordinamento fanno parte l’Ufficio italiano marchi e brevetti, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e delle repressioni frodi del Ministero delle Politiche agricole, l’Istituto Zooprofilattico, l’Istituto regionale dei Vini e degli Oli di Sicilia, l’Anci, il Comando regionale della Guardia di Finanza, il Corpo Forestale, le polizie municipali di Catania e Palermo.
“Il coordinamento – aggiunge Cartabellotta – nasce dal fatto che fino ad oggi le competenze sono state frammentarie. In questo modo invece ci sarà un raccordo fra le dogane, le polizie municipali, gli ispettorati repressione frodi per far sì che le varie banche dati siano incrociate e le azioni congiunte”.
Stefania Giuffrè