Inizia oggi la prima seduta in Tribunale che vede come imputato Emmanuel Giboulot, il produttore di Beaune che si è rifiutato di trattare le sue vigne, coltivate in biodinamico, per contrastare la flavescenza dorata.
Il vignaiolo è protagonista di un caso che accende da mesi dibattiti sui social network e sui canali di informazione di settore, e che ha scatenato petizioni e raccolta firme. In totale contrasto con il Ministero dell’Agricoltura, dissidente nei confronti di una legge Comunitaria che obbliga ad arginare con l’ausilio di pesticidi l’attacco dello scaphoideus titanus, chiamato cicalina, Giboulot ha voluto essere coerente e difendere i propri principi, opponendosi all’intervento obbligatorio contro il vettore causa dellamalattia temutissima che compromette la vita della pianta e le cui dinamiche di espansione sono ancora poco conosciute. Una presa di posizione che al vigneron potrà costare una multa di 300mila euro e, probabilmente 6 mesi di carcere (per leggere l’articolo cliccare qui).
A Digione i giudici da oggi esamineranno in aula le ragioni del vignaiolo, nel frattempo fuori dal tribunale, davanti all’ingresso, a sostenere Giboulot saranno colleghi e supporters riuniti in un presidio di protesta.