Solo Grillo.
Ci sono aziende agricole che esistono da secoli e aziende che nascono da pochi anni. Poi c’è DISISA, che infatti esiste da più di 200 anni e che dopo la riforma agraria post bellica è rimasta di soli 400 ettari di cui 160 di vigneti. Una prima cantina fu costruita da Mario Di Lorenzo negli anni 30 e si facevano i classici bianchi di Catarratto, Inzolia e poco Grillo che sfusi prendevano la via del nord. Quando questa attività comincia a non dare più reddito si mette il lucchetto alla cantina e dalla fine degli anni 80 si coltivano e vendono le uve a varie cantine siciliane. Il resto della campagna sono oliveti e seminativi.
Contemporaneamente comincia a nascere la nuova DISISA perchè si espiantano le viti spesso a tendoni, si riconvertono i vigneti introducendo le uve rosse. Questo investimento nei vigneti ha il suo boom tra l’85 e il 95 così ora per il 65% sono uve autoctone di Nero d’Avola, Cataratto, Inzolia, Grillo e Perricone e il resto forestieri dove c’è un poco di tutto. Pertanto sono moderni vigneti a spalliera potati per una metà a Guyot e per l’altra a cordone speronato in terreni collinari di vario impasto e costituzione a quote tra i 300 e i 500 metri. Nelle annate siccitose si dà un pò d’acqua per soccorso. La conduzione è convenzionale ed in parte biologica certificata anche se ancora nessun vino biologico è stato immesso in mercato. Nel 2002 avviene il completamento della modernizzazione con l’inizio della costruzione della nuova cantina per cui il primo millesimo imbottigliato è il 2004. Negli anni le etichette sono diventate nove.
Come la maggior parte delle aziende secolari la proprietà nel tempo si diluisce tra i vari eredi però i vari Di Lorenzo hanno il merito di unificarne la gestione che oggi è nelle mani di Renato che è coadiuvato dai figli Mario e Laura. Per ora il confezionato è di 120.000 bottiglie realizzate dalle migliori uve dell’annata, mentre le rimanenti continuano ad essere vendute ad altre cantine. Questo anche perchè per scelta i Di Lorenzo non vendono alla grande distribuzione. Tutti i terreni sono in comune di Monreale, quindi all’interno dell’omonima DOC di cui Mario è il presidente; alcuni vini oltre che nella DOC Monreale e nell’IGP Terre Siciliane saranno anche nella nuova DOC Sicilia. Dal 2011 l’enologo è Tonino Guzzo.
Ora parliamo del vino in degustazione il Grillo 2012 Terre Siciliane IGP che proviene dalle migliori uve del vitigno raccolte a mano iniziando dalla fine di agosto e dopo pochi minuti portate in cantina dove sono raffreddate a 20° e poi pressate delicatamente, sotto azoto per evitare le ossidazioni, per circa 2 ore. La fermentazione con lieviti selezionati è lenta, a temperatura controllata, e dura 10 giorni poi un affinamento in acciaio di quasi 5 mesi e a fine febbraio dopo la stabilizzazione a meno 4° e la filtrazione il vino va in bottiglia per altri 40 giorni almeno.
Nel calice il colore è giallo paglierino carico. Al naso si ha un’iniziale esplosione di frutta esotica, di ananas in particolare e continuando la roteazione si va trasformando verso una spiccata mineralità e verso sentori vegetali esplicitando agrumi e fiori di campo. Un olfatto intenso, fine, elegante e abbastanza complesso. Al palato affascina la robusta mineralità accompagnata da una vivace acidità; è un vino secco, sapido, intenso, di profonda struttura che lo fa sembrare più alcolico dei suoi 12,5°, di complessa armonia e lungo, tanto lungo.
Un vino che si porge profumato ma specialmente minerale e potente capace di abbinare anche piatti di pesce più complessi, di sostituire i rossi per coloro che non li amano per cui potete berlo con una pizza, la pasta con le sarde e la mollica atturrata, polpettine di alici, un pollo alla pizzaiola e un formaggio forte o stagionato. Sono 13.000 bottiglie al costo di 9 euro.
Soc. Agr. Disisa |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |