In difesa dell’olio di oliva extravergine italiano, arriva la carta d’identità degli oli per garantire il consumatore.
Con un progetto cofinanziato dall’UE e dal Mipaaf (Reg. 867/08), l’UNASCO (alla quale aderiscono trenta realtà presenti su tutto il territorio nazionale che rappresentano circa duecentomila olivicoltori) ha realizzato la piena tracciabilità degli extravergine provenienti da dieci regioni italiane, dei quali è certificata l’origine e garantita la qualità. Un bell’esempio di sicurezza alimentare e al tempo stesso una risposta concreta alle provocazioni scandalistiche di questi giorni del New York Times, tese a screditare l’olio italiano agli occhi del mondo. “Il suicidio dell’extravergine” è stato infatti il titolo dell’inchiesta a fumetti del più importante giornale al mondoche ha denunciato il fatto che la maggior parte dell’olio italiano in arrivo negli Sati Uniti, sarebbe in realtà taroccato e non proverebbe da olive italiane ma da Spagna, Tunisia e Marocco. Per non parlare dei controlli italiani descritti come inadeguati e inefficaci. Una ingiusta campagna scandalistica che inevitabilmente ha toccato sul vivo i tanti onesti produttori italiani che combattono ogni giorno contro le truffe, la contraffazione e il fenomeno dell’italian sounding che costa all’Italia circa settanta miliardi l’anno. Per questo motivo in queste ore a Eatitaly a Roma sta per essere presentata il primo sistema di rintracciabilità di filiera e di qualità per far fronte al problema del falso. Secondo Luigi Canino, Presidente dell’associazione delle Organizzazioni di Produttori Alivicoli (si legge in una nota) nonostante sia stata varata lo scorso febbraio la legge “Salva olio” con misure di repressione e contrasto alle frodi a oggi non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali.
Per leggere la carta di identità della bottiglia di olio acquistata, basterà collegarsi al portale www.olitaliano.it (anche eu) e inserire il codice che si trova su ogni bottiglia del Sistema Unasco. Il consumatore, così, potrà ripercorrere a posteriori il processo produttivo dell'extravergine, dall'azienda agricola al confezionamento. ''Abbiamo realizzato un sistema di rintracciabilità di filiera secondo la norma Uni En ISO 22005:08” continua Canino “certificata da un ente terzo e, tramite tecnici qualificati, monitoriamo l'applicazione di disciplinari di qualità lungo l'intera filiera olivicola Unasco. In questo modoil singolo olio, che già è passato al vaglio dell’assaggio, potrà essere pienamente conosciuto, ripercorrendo a la sua storia, dalla tavola al campo”. Un utile strumento, ci auguriamo, che possa davvero proteggere i consumatori dall’acquisto di oli, che spesso parlano italiano nelle etichette, ma che si rivelano invece di scarsa qualità, dall’ origine incerta e con una etichetta ingannevole.
Rosa Russo