Spremute d’arance a un euro? “Un’iniziativa lodevole, ma serve più flessibilità da parte dei produttori”.
Parole di Dario Pistorio (nella foto), presidente della Fipe Sicilia. Dopo aver raccolto l’appello di Paolo Ganduscio, produttore di arance di Ribera, Cronache di Gusto ha già coinvolto venti bar e pasticcerie di tutta la Sicilia.
Qualche anno fa a Catania, la Camera di Commercio lanciò un’idea del genere. La ricorda proprio il presidente siciliano dei pubblici esercizi. “Coinvolgemmo una sessantina di locali, a loro venne anche data una macchina spremiagrumi. Il prezzo della spremuta era di 1,50 euro”. La risposta del pubblico fu positiva, ma poi il meccanismo s’inceppò. “Molti bar – spiega Pistorio – avevano problemi con i fornitori che pretendevano che i gestori acquistassero almeno 7-8 cassette”. E non solo. “Sorse anche un’altra difficoltà legata alla distribuzione – continua Pistorio – visto che i produttori spesso non distribuiscono, ma vendono al grossista”. Da un passaggio all’altro il prezzo delle arance cresce. Ed è per questo che il presidente della Fipe Sicilia chiede ai produttori di essere più elastici. “Bisogna vendere quel che gli esercenti chiedono, non si può pretendere che il piccolo bar prenda una quantità esagerata di arance”.
Tutto sommato, però, Pistorio crede molto nell’iniziativa tant’è che annuncia: “La Fipe farà partire nelle prossime settimane qualcosa di analogo. Conto di coinvolgere almeno duecento locali in tutta la Sicilia. Una spremuta d’arancia è molto meglio di un succo di frutta. E abituarci al consumo di questo prodotto simbolo della nostra terra non può che far bene a tutti”.
Fra. S.