Ogni sera in Via Pola, nel centro chic di Catania, “sul far della sera” e al calar delle tenebre, alcune persone ben vestite, e dall’aspetto dimesso ma nulla di apparente che richiami un questuante o un accattone, armeggiano, con gesti tra il pudore e la dignità, un gancio metallico che fruga nei cassonetti.
Sono gli ultimi poveri siciliani, nuove figure di indigenti che alimentano quell’esercito siciliano di seicentomila bisognosi che non arriva più alla terza settimana del mese.
La scena dei cassonetti non ha lasciato indifferente Marcello Santocchini, titolare di un bar-ristorante, il “Moka Café” sotto i portici di via Monfalcone, a due passi dal prestigioso corso Italia di Catania, con trenta tavoli che apparecchia in un “fiat” verso mezzogiorno per servire un pranzo completo, leggero a prezzi stracciati e ideale per la pausa pranzo. E dalla sua emozione, per non chiamarla compassione, scaturita, è sbocciato il gesto di voler offrire circa duecento pasti a chi fosse disposto a celebrare una Epifania particolare “Sotto i Portici della Solidarietà”, come ha chiamato l’evento. Preparando un menù autenticamente festivo e al costo di venti euro. Il cui incasso è stato interamente devoluto a chi ha poi patrocinato il suo gesto: il “Banco Alimentare della Sicilia onlus” della Sicilia occidentale. Un’istituzione che “aiuta le persone che aiutano” e che annovera in tutta la Sicilia più di mille strutture collegate al Banco Alimentare (Istituti religiosi, di volontariato, Supermercati che offrono prodotti prossimi alla scadenze e rischio dell’invenduto e molti privati). E che vede nell’Isola due realtà distinte ma vicine per obiettivi e finalità che aiutano 330mila persone di cui il 10 per cento sono bambini al di sotto dei cinque anni. Numeri che fanno riflettere ma che non delineano in toto il quadro generale della nostra Isola, in cui sono più di 600mila quelli poveri e/o a rischio povertà come già detto, e 75mila i bambini al di sotto dell’età di scolarizzazione. I venti euro pagati per il pranzo (dieci per gli ospiti più piccoli) hanno portato a quelle casse oltre tremila euro. Menù di quattro le portate interamente realizzate con i prodotti siciliani messi a disposizione dagli otto sponsor – Caseificio Albereto, Alberto Poiatti, Salumi Mulinello, Vini Marchese Montefusco, Caseificio Zappalà, Pandittaino, sughi Squisilia e il MAAS (Mercati agroalimentari della Sicilia – che non solo hanno donato i loro prodotti ma hanno persino acquistato il biglietto per gustare i manicaretti realizzati dai tre chef e solo con prodotti e materie prime del territorio.
“È un’iniziativa che ha avuto oggi il suo esordio – rimarca Domenico Messina direttore del Banco Alimentare della Sicilia occidentale onlus – e ha riscosso un successo inaspettato. Perché le adesioni sono arrivate da un pubblico al di fuori delle organizzazioni onlus e di beneficenza. Segno di una maturità, anzi di una sensibilità che porta a riconoscere un dramma sociale da affrontare col giusto sentimento visto che per il momento i contributi europei sono stati sospesi, proprio mentre l’ indice di povertà non conosce flessioni ma anzi è in forte aumento. Speriamo che la sensibilità di Marcello Santocchini non rimanga un caso isolato e da esso altri possano imitare l’esempio che stiamo vivendo qui sotto questi ”Portici della solidarietà”.
Auspicabile! Perché dietro a tutto scorgiamo che anche le cose materiali hanno una loro anima: i Greci chiamavano Stoa i portici dove i filosofi si riunivano a discutere. E sotto questi “portici” è nato lo Stoicismo. Una corrente filosofica poggiata anche sul recupero della “dignità” e dell’uguaglianza dell’uomo…
Stefano Gurrera